I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Taranto stanno dando esecuzione a un decreto di sequestro di prevenzione emesso, su richiesta della Procura della Repubblica -D.D.A.- di Lecce, dal Tribunale a quella sede, avente ad oggetto beni mobili e immobili, compendi aziendali, quote di partecipazione al capitale sociale e disponibilità finanziarie del valore di circa 20 milioni di euro, riconducibili a un pregiudicato di Taranto, già condannato, in via definitiva, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni, estorsione e lesioni personali aggravate dall’utilizzo del metodo mafioso (accertamento compiuto nel corso del procedimento applicativo della misura di prevenzione patrimoniale, che necessita della successiva verifica nel contraddittorio con la difesa).
L’esecuzione dell’odierno provvedimento rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa svolta dalle Fiamme Gialle di Taranto tra il 2019 e il 2021, in sinergia con il Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno e il Nucleo Investigativo Carabinieri a quella sede, culminata – nell’aprile del 2021 – con l’esecuzione di provvedimenti applicativi di misure cautelari personali emessi dai Tribunali di Lecce e Potenza nei confronti di 46 soggetti per le ipotesi di reato di associazione per delinquere, trasferimento fraudolento di valori, detenzione illegale di armi e contrabbando di carburanti. Nella circostanza, è stata data esecuzione anche al sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per sproporzione ai sensi dell’art. 240-bis c.p., di compendi aziendali e delle relative quote di partecipazione al capitale sociale di ingentissimo valore economico.
I successivi e ulteriori accertamenti economico/patrimoniali, eseguiti dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Taranto, ai sensi del d.lgs. 159/2011, su delega della Procura della Repubblica – D.D.A. – di Lecce e conclusi nel marzo del 2022, oltre a definire compiutamente gli “asset” imprenditoriali dei soggetti ristretti, hanno consentito di riscontrare come il principale indagato, dopo un lungo periodo di detenzione e avvalendosi di fidati “prestanome”, disponendo di fonti di reddito appena sufficienti a soddisfare le esigenze del proprio nucleo familiare, avrebbe conseguito significativi incrementi patrimoniali, in apparenza frutto del reimpiego dei profitti illeciti delle attività estorsive, reinvestiti progressivamente in una serie di attività commerciali nel settore della ristorazione/bar e del commercio di idrocarburi, così eludendo le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale.
In accoglimento delle proposte investigative avanzate, il Tribunale di Lecce ha quindi disposto il sequestro anticipato di beni mobili (autovetture) e immobili ubicati nelle province di Bari e Taranto (terreni agricoli e fabbricati), di compendi aziendali e di quote di partecipazione al capitale sociale di 6 imprese, con sedi/unità locali nelle province di Roma, Salerno, Bari e Taranto, operanti nei settori della ristorazione/bar e del commercio di carburanti, nonché di disponibilità finanziarie direttamente o indirettamente riconducibili al proposto, per un valore complessivo pari a circa 20 milioni di euro.
Il provvedimento di sequestro odierno, il cui esito non è definitivo, costituisce un’ulteriore testimonianza del costante presidio esercitato dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Taranto, in stretta sinergia con il Tribunale e la Procura della Repubblica – D.D.A. – di Lecce, finalizzato all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati mediante il ricorso alle misure di prevenzione previste dalla normativa antimafia.