Affaticamento, alterazioni del sonno, irritabilità e stati di agitazione sono conseguenze frequenti dell’eccessivo caldo estivo, ma impattano ancora di più nelle persone con Parkinson e Alzheimer. Nei malati di Alzheimer, inoltre, la percezione delle temperature e la termoregolazione corporea sono alterate, i pazienti possono quindi non rendersi conto di correre dei rischi per l’eccessivo calore. Per questo la Società Italiana di Neurologia (Sin) ha deciso di lanciare un allerta a pazienti e caregiver e di offrire loro alcuni consigli per contrastare gli effetti negativi delle ondate di calore.
“Le prime buone regole da rispettare riguardano una corretta idratazione attraverso l’assunzione di 2 o 3 litri di acqua al giorno e un’alimentazione ricca di frutta e verdura estiva che contengono moltissimi liquidi, sali minerali, vitamine, antiossidanti e fibre in grado di sostenere corpo e mente”, spiega Alfredo Berardelli, presidente della Sin. In particolare, per i pazienti con Parkinson, spiegano i neurologi, “è importante non assecondare lo stato di inattività che il caldo induce, iniziando la giornata con una sessione da 20 minuti circa di esercizi di riscaldamento e di allungamento; un bagno in piscina può essere una buona idea”, così come “un ciclo di fisioterapia acquatica”.
Contro il rischio di cadute, raccomandato l’uso del deambulatore nei momenti della giornata in cui si verificano i blocchi motori, così come l’uso dei bastoncini da trekking o nordic walking “che permettono di accrescere di circa il 20% la capacità fisica e il grado di allenamento rispetto alla passeggiata senza mezzi di ausilio”. Riguardo alle persone affette da malattia di Alzheimer, i neurologi evidenziano come nei mesi estivi possano diventare più frequenti gli stati confusionali e il peggioramento dell’orientamento così come delle funzioni cognitive: “È importante rinfrescare costantemente gli ambienti ed effettuare delle passeggiate a fine giornata, nelle ore meno calde, per favorire il benessere psicofisico”.