Salgono i casi di vaiolo delle scimmie nel mondo in questo anno. Sono più di 14mila, in 71 Stati membri di tutte e sei le regioni dell’Oms, 5 i decessi. Un numero che “preoccupa”, dice il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus. Per questo l’Oms ha convocato il Comitato di emergenza per i regolamenti sanitari internazionali con l’obiettivo di valutare se l’epidemia costituisca un’emergenza di salute pubblica di interesse internazionale.
Il Comitato si incontra a circa un mese di distanza dalla prima riunione, il 25 giugno. In quell’occasione, con poco più di 3mila casi da 50 Paesi del mondo, l’Oms aveva deciso di non dichiarare il vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria. La regione europea dell’Oms si conferma epicentro dei contagi: 10.604 secondo l’ultimo bollettino congiunto del Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie (Ecdc) e dell’Ufficio regionale per l’Europa dell’Oms (dati al 19 luglio), 2.366 in più della scorsa settimana. La Spagna è il Paese europeo con più casi (2.835, erano 2.034 la scorsa settimana), seguita da Regno Unito (2.115) e Germania (2.033). L’Italia è al settimo posto con 374 casi (erano 292 la scorsa settimana).
Dalla rilevazione europea emerge che il 42% dei pazienti ha un’età compresa tra 31 e 40 anni e nel 99,5% dei casi sono maschi. “Per il momento, la stragrande maggioranza dei casi continua a essere segnalata tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. Questo modello di trasmissione rappresenta sia un’opportunità per attuare interventi mirati di salute pubblica, sia una sfida”, ha detto Tedros. “C’è una reale preoccupazione che gli uomini che fanno sesso con uomini possano essere stigmatizzati o incolpati per l’epidemia, rendendola molto più difficile da rintracciare e fermare”.