Assolti in 9, tra dirigenti ed ex dirigenti dello stabilimento siderurgico Acciaierie d’Italia (ex Ilva) di Taranto. Erano accusati di omicidio colposo in relazione alla morte del piccolo Lorenzo Zaratta, detto Lollo, avvenuta nel luglio del 2014 a causa di un tumore al cervello che gli era stato diagnosticato a soli tre mesi dalla nascita. È la decisione del gup del Tribunale di Taranto, Pompeo Carriere.
Il piccolo, morto a 5 anni, era diventato il simbolo della lotta all’inquinamento dall’agosto 2012, quando il papà, presente oggi in aula, salì sul palco nel corso di una manifestazione contro l’inquinamento del capoluogo e mostrando la gigantografia del figlio intubato raccontò il dramma che stava vivendo sin dai primi anni di vita di Lollo. L’assoluzione è avvenuta in quanto “il fatto non sussiste”, per il responsabile dell’Area Agglomerato, Angelo Cavallo, unico imputato ad aver scelto di essere giudicato con rito abbreviato e per il quale l’accusa aveva chiesto una condanna a 2 anni e 4 mesi.
Allo stesso tempo il gup ha disposto il “non luogo a procedere” per gli altri otto imputati per i quali era stato chiesto il rinvio a giudizio. “Siamo vicini alla famiglia del piccolo Lorenzo per la loro tragedia – hanno dichiarato dopo la sentenza Francesco Centonze e Lodovica Beduschi, difensori di Cavallo – dal punto di vista del processo penale il dato fondamentale è che il primo caso portato avanti dalla procura di Taranto per le morti dell’Ilva si è concluso con una piena assoluzione. Ci auguriamo che sia anche l’ultimo” – concludono.
“Ringrazio chi mi è stato al fianco in tutti questi anni – scrive il papà sui social – ringrazio tutti i medici che hanno prodotto relazioni e studi, tutti quelli che mi hanno sostenuto, i pm che hanno fatto il possibile, ma per il giudice gli imputati non hanno commesso il fatto. E così è. Scusami amore, non sono stato in grado di proteggerti e darti giustizia” – ha concluso.
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