“Anche il gelato sta diventando un lusso, mi è capitato di pagare gelati che prima compravo a 1.50 anche a 3.50, soprattutto nei lidi. Se lo comprassi ogni giorno che andiamo al mare, per i miei figli, spenderei più di 30 euro a settimana. Con il resto degli aumenti più tutte le spese, comprese quelle extra e impreviste, soprattutto con i piccoli, non è possibile”. A raccontarlo a Borderline24 è Anna, mamma di due bambini, uno di 11 anni, l’altra di 6.
Dal conflitto in Ucraina, con ripercussioni che coinvolgono diversi settori, sino alla crisi dettata dall’emergenza sanitaria. Ma non solo, anche il caro bollette, che, di fatto, costringe molti, tra cui bar, ma anche le stesse aziende specializzate nella produzione dei gelati, a correre ai ripari incrementano i prezzi. A pesare, per quanto riguarda il settore in questione, è sicuramente il balzo dei costi per l’energia e le materie prime usate nelle preparazioni: dal latte, aumentato del +6%, allo zucchero (+8%), sino ad arrivare alle uova, che hanno subito un incremento del +12%. Secondo Coldiretti, l’innalzamento del costo medio del gelato in Italia, si aggira intorno al 25%. L’azienda Sammontana, proprio negli scorsi mesi aveva annunciato che avrebbe applicato un aumento del 14% sul prezzo finale del gelato “per fare fronte all’aumento dei costi di materie prime, come latte e olio di semi di girasole, e dell’energia”.
Oggi, sia che si tratti di un gelato artigianale, sia che si tratti di un gelato confezionato, il prezzo va da un euro in su. Per quanto riguarda i gelati confezionati però, non mancano casi in cui nonostante il prezzo sia bloccato da listino, ci siano aumenti che superano anche l’euro e 50. “E’ il caso – ha spiegato la proprietaria di un bar – dei luoghi che restano aperti solo per la stagione estiva. Solo in quei casi c’è la possibilità di effettuare degli incrementi diversi da quelli da listino, in tanti però ne approfittano, arrivando a superare anche i 3 euro. Purtroppo a volte accade anche nei bar, alcuni oscurano la bacheca con i prezzi già definiti dall’azienda che li rifornisce, effettuando rincari. Quest’anno, per quanto riguarda i confezionati che vendiamo all’interno del nostro bar, l’aumento è stato di circa 10 centesimi”- ha concluso.
“Ormai anche respirare costa caro – ha raccontato Graziana, mamma di tre bambini – era inevitabile che i prezzi aumentassero e sicuramente fa specie lamentarsi del costo del gelato, in estate però i bambini non chiedono altro e diventa difficile permettere loro di concedersi spesso questo sfizio. E’ vero, no è il costo di una bolletta, ma sommato a tutto il resto, per alcuni pesa più del normale. Aumenta tutto, ma non gli stipendi. Non possiamo pagare quasi 4 euro per un gelato, mi sembra eccessivo. Soprattutto mi sembra folle che nessuno monitori i rincari, posso comprendere un lido che sopravvive solo grazie alle entrate stagionali, ma i bar, no. Alcuni stanno speculando. Ai miei figli? Gli dico che il gelato è meglio farselo in casa. Passiamo del tempo insieme, è più sano e dura qualche giorno in più, permettendo a me e a mio marito di risparmiare almeno su questo” – ha concluso.