“Guarda che hanno tutto per pagarsi tutto da sole queste qua eh”, “sono foraggiatissime”. Sono le parole di Silvio Berlusconi, il 17 ottobre 2008, all’epoca presidente del Consiglio dei Ministri, intercettate in una telefonata con l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini. Questa e altre conversazioni sono entrate nel processo in corso a Bari che vede imputato il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi per induzione a mentire. L’accusa per Berlusconi è di aver pagato le bugie dette dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini ai pm baresi che indagavano sulle escort portate tra il 2008 e il 2009 nelle residenze dell’allora premier.
Le conversazioni lette ieri in aula riguardano da un lato la “retribuzione data alle ragazze che venivano accompagnate nelle residenze di Berlusconi per partecipare a cene galanti ed eventualmente fermarsi nel dopocena”, ha spiegato l’ufficiale della guardia di finanza che ha fatto le indagini e che è stato sentito oggi come testimone, ricordando che “Tarantini ha sempre riferito che Berlusconi non sapeva che le ragazze venivano retribuite”. Dall’altro lato quelle telefonate riguardano i vantaggi dati o promessi a Tarantini grazie ai contatti, ottenuti tramite Berlusconi, con l’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso e poi sulla galassia Finmeccanica attraverso l’allora presidente Pier Francesco Guarguaglini.
Con riferimento alle intercettazioni nelle quali si parla delle “retribuzioni alle donne, non solo denaro ma anche promesse di lavoro” ha spiegato il teste in aula, ne è stata letta una sulla proposta di Berlusconi riferita a Tarantini, di invitare alla cena del 23 settembre 2008 a Palazzo Grazioli anche Carlo Rossella, all’epoca presidente di Medusa e Fabrizio Del Noce, ex direttore di Raiuno e responsabile di tutta la fiction Rai. “Che cosa dici – diceva Berlusconi nella conversazione – se chiamiamo anche Rossella e Del Noce, così le ragazze sentono che c’è qualcuno che ha il potere di farle lavorare”.