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Bari, le conseguenze della guerra incidono anche sulla Tari: aumenti fino al 14 per cento. Penalizzate le famiglie numerose

Pubblicato da: redazione | Mar, 28 Giugno 2022 - 14:00

Finisce l’era degli sconti sulla tassa Tari per i cittadini Baresi, pesa la guerra in Ucraina e il caro prezzi: previsti aumenti fino al 14%. Sarà sottoposta all’approvazione del prossimo Consiglio comunale infatti la manovra tributaria 2022/2024 che al suo interno riporta per l’annualità in corso le disposizioni relative alla TARI, la tassa sui rifiuti, calcolata dagli uffici comunali sulla base del costo del servizio indicato nel PEF redatto dall’AMIU e validato da AGER (determina n. 267 del 24 giugno scorso).

I costi complessivi del PEF 2022, in controtendenza rispetto agli anni passati, risultano diminuiti con un importo complessivo di 69,4 milioni di euro circa, rispetto ai 69,7 milioni circa del 2021, ai 73 milioni del 2018 e ai 71 milioni del 2017. “Questo risultato è stato possibile grazie a un’oculata attività di gestione condotta in questi anni dall’amministrazione comunale nell’ambito del complesso circuito della raccolta e smaltimento dei rifiuti, nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle aziende baresi fruitori del servizio e contribuenti TARI”, fanno sapere dal Comune.

Inoltre, viste l’esigenza di aumentare le percentuali di raccolta differenziata e la contestuale scelta di introdurre il servizio Porta a porta in alcuni quartieri della città, fattori che negli anni scorsi hanno determinato l’aumento del servizio e quindi l’ammontare del PEF, a partire dal 2017, e fino al 2021, l’amministrazione ha provveduto ad avviare una politica di mitigazione dell’incremento delle tariffe, sia attraverso il ricorso alla fiscalità generale (2017-2019), con risorse proprie dell’ente, sia attraverso il ricorso ai trasferimenti che il Governo ha messo a disposizione dei Comuni, nel 2020 e nel 2021, sotto forma di aiuti per fronteggiare la crisi dovuta all’emergenza sanitaria.

Per il corrente anno, invece, a causa delle numerose ulteriori esigenze di finanza pubblica, da ultimo quella connessa agli effetti della guerra in Ucraina, lo Stato non ha potuto replicare gli interventi di sostegno garantiti nei due anni precedenti. Di conseguenza, l’assenza di trasferimenti statali specifici da un lato, gli effetti in termini di maggiori spese che tutti i Comuni hanno dovuto registrare a causa della guerra (che ha generato una crescita esponenziale dei costi per approvvigionamento di combustibile ed energia elettrica) dall’altro, hanno reso impossibile per la maggior parte dei Comuni italiani la possibilità di individuare sacche di fiscalità generale per calmierare le tariffe. Per quanto riguarda il Comune di Bari, inoltre, risulta terminato il periodo di start up del servizio porta a porta, il che significa che non vi sarà la possibilità di accedere alla fiscalità generale per finanziare gli eventuali incrementi di costo.

Per questa ragione, seppur le tariffe del 2022 risultino nel complesso leggermente inferiori a quelle deliberate per il 2021, in ragione del minor costo PEF 2022, il saldo finale sarà percepito con un leggero aumento a carico dei contribuenti rispetto allo scorso anno, per via della mancata applicazione delle riduzioni covid sia per le utenze domestiche che per quelle non domestiche. Contemporaneamente gli uffici hanno lavorato a un’intensa attività di contrasto all’evasione fiscale determinando così una crescita della platea dei contribuenti calcolata in un aumento di metri quadri pari a 300.000 mq in più, soggetti a tassazione per le utenze domestiche (da 11.500.000 mq del 2021 a 11.800.000 mq nel 2022) e 330.000 mq in più per le utenze non domestiche (da 4.400.000 mq del 2021 a 4.730.000 mq del 2022). Ciò ha consentito di spalmare il peso delle tariffe del 2022 con conseguente abbassamento, seppur leggero, del prelievo fiscale.

Contestualmente, inoltre, gli uffici stanno proseguendo con questa attività attraverso il recapito di 12.000 nuovi inviti a dedurre per contribuenti che, ad oggi, non risultano iscritti nella banca dati Tari. Infine, non essendo stata apportata alcune modifica al regolamento TARI vigente, tutte le riduzioni, esenzioni ed agevolazioni tariffarie (ad eccezione di quelle covid), sono state mantenute anche per il 2022, comprese quelle stabilite all’art. 27 relative a nuclei numerosi con sei o più di sei componenti con ISEE inferiore a 25mila euro, nuclei con persone over 80 con valori ISEE inferiore a 10.000 euro, nuclei con ISEEE inferiore a 5000 euro finanziate, come di consueto, con la fiscalità generale e rivolte in principale modo alle utenze domestiche. Restano confermate le agevolazioni legate alla produzione della raccolta differenziata nei quartieri dove la percentuale supera il 65%.

Le nuove tariffe. Pertanto, secondo le simulazioni prodotte dagli uffici comunali le variazioni in percentuale sulle imposte per le UTENZE DOMESTICHE oscillano tra una forbice che va dall’1% (pari a 1,20 euro) per i nuclei composti da una sola persona, al 14% (63,51 euro) per i nuclei composti da sei persone per una abitazione tipo di 100 mq. Per i nuclei composti da due persone l’aumento corrisponde al 7% (20,35 euro), per tre persone al 9% (30.03 euro), per nuclei con 4 persone al 9% (34,76 euro) e per nuclei con 5 componenti l’aumento corrisponde ad una percentuale del l’8% (35,13).

Per quanto riguarda invece le utenze non domestiche, non essendo previste agevolazioni covid di cui hanno potuto usufruire nel biennio 2020/21, grazie anche alla battaglia condotta dall’Anci e accolta dal Governo centrale, la Tari risulterà più o meno uguale a quella definita per il 2019, con un’oscillazione che va dall’1% al 2%.

Per quanto riguarda la determinazione delle Tariffe 2022, va specificato che ha inciso tra le altre cose, anche il nuovo Metodo MTR-2 introdotto con la Delibera dell’ Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ARERA che ha adottato nuovi criteri per il 2022-2025. Il nuovo metodo, in particolare, introduce una nuova modalità di aggregazione dei costi all’interno del Piano Economico Finanziario, pertanto, mentre sino al 2021 è stato consentito ai comuni di mantenere inalterate le percentuali dei costi fissi e variabili, dal 2022, il nuovo metodo sposta l’incidenza dei costi fissi su quelli variabili, andando a gravare maggiormente sui nuclei familiari più numerosi, per via del principio secondo il quale “chi più inquina, più paga”, pertanto chi produce maggiore quantità di rifiuti è soggetto inevitabilmente ad un aumento dei costi.

Foto repertorio

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