Addio ai vecchi e ingombranti cavi della filovia. Il Comune ha dato via libera ad un progetto di fattibilità per rimuovere 11 chilometri di fili, ad eccezione della tratta per Carbonara, Ceglie e Loseto. Al costo di 600mila euro in tre anni.
I filobus a Bari risalgono al 1910 quando furono attivate le due prime linee gestite dalla Società Elettrica Barese. Intorno agli anni Quaranta le linee arrivarono ad essere cinque. Dalla stazione ne partivano due: la 1 arrivava al porto, la 2 alla stazione della strada ferrata Bari-Barletta, situata in via Napoli. La linea 3 partiva dal Municipio e, passando per piazza Sant’Antonio, raggiungeva Villa Romanazzi, dove si congiungeva col raccordo della tratta ferroviaria per Taranto. Da piazza Sant’Antonio, poi, partiva la linea 4, che arrivava a Carbonara e Ceglie. Per ultima venne istituita la linea 5, con cui da piazza Massari si raggiungeva il lido San Francesco. Oltre ai servizi regolari non mancavano collegamenti speciali come le corse Petruzzelli-cimitero (il 2 novembre), stazione-Fiera (in occasione della Campionaria e tutte le domeniche che il Bari giocava in casa). Pian piano si raggiunse un’estensione di circa 36 chilometri con 8 linee ordinarie ed alcune periodiche. Poi cominciarono i problemi e il servizio fu sospeso tante volte.
Nel 1990 il Comune e l’Amtab decisero di riattivare la linea filoviaria 4 grazie ad un finanziamento di 7 miliardi di lire. I lavori vennero appaltati all’AnsaldoBreda la quale doveva ripristinare la rete elettrica e fornire 5 filobus bimodali. Successivamente si aprì un contenzioso tra l’azienda e il Comune e i lavori non furono portati a termine. Inoltre una nuova normativa europea impose un sistema di alimentazione diverso da quello barese e il cantiere non proseguì.
Attualmente la rete conta circa 11 chilometri di linee completamente dismesse, presenti principalmente tra i quartieri Murat, Libertà e Madonnella, oltre alla “linea 4” che si estende per circa 9 chilometri.
Nel corso degli ultimi 10 anni si sono verificati numerosi eventi per i quali si è resa necessaria la progressiva rimozione delle linee della filovia dismesse. Si è trattato principalmente di interventi di messa in sicurezza, a seguito di interferenze delle linee al passaggio dei mezzi pesanti o dei mezzi di trasporto dei rifiuti.
Considerando che la maggior parte dell’impianto filoviario risulta essere ancora ben ancorato ai supporti ed in trazione, tali interferenze comportano un alto livello di pericolosità e di imprevedibilità degli eventuali sinistri che si possono generare.
Oltre ai cavi saranno rimossi anche i pali e ripristinati marciapiedi e prospetti degli edifici dove sono ancorati i ganci. (In foto repertorio uno dei cavi che fu abbattuto in corso Cavour)