I sindacati dei tassisti hanno indetto per il 5 e il 6 luglio uno sciopero con il fermo del servizio di 48 ore per protestare contro il Ddl Concorrenza e la liberalizzazione del settore.
Nel documento unitario presentato dalle sigle sindacali del settore durante l’audizione alla Camera sul Ddl Concorrenza si chiedeva lo stralcio della norma sulle piattaforme di intermediazione digitale e un’accelerazione sui decreti ministeriali, a partire dal Registro elettronico nazionale dei taxi e dei n.c.c. per concludere l’annunciato “riordino disciplinato del trasporto pubblico non di linea e contrasto ai diffusi fenomeni di abusivismo“.
Sotto accusa l’articolo 10 sull’”adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”. Una formulazione che, sostengono, “lascia presagire l’interesse a regalare la gestione del settore a intermediari che pensano di arricchirsi alle spalle dei lavoratori, relegando la funzione del tassista a quella di un rider della mobilità, senza diritti ma con rischi di impresa a carico”.
Per le sigle sindacali, Governo e Parlamento sono chiamati a decidere se “tutelare un modello altamente efficiente che tiene uniti lavoro e capitale” oppure riproporre “il modello ottocentesco della concentrazione finanziaria così ben riproposto dalle multinazionali della predazione, dello sfruttamento del lavoro, dell’elusione fiscale”.