La mostra, a cura di Gianluca Marziani e Stefano Antonelli, è promossa dalla Città di Bari, prodotta e organizzata da MetaMorfosi Eventi con il supporto territoriale di Cime, con il sostegno di Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura e Pugliapromozione, nell’ambito del POC PUGLIA 2014/2020 – Azione 6.8 Interventi per il riposizionamento competitivo delle destinazioni turistiche, e la partecipazione della Fondazione Enzo Hruby.
In esposizione opere provenienti da collezioni private che fanno di Obey il prototipo fluido del nuovo artista politico, perché ha capito che i temi scottanti si affrontano con simboli e intelligenza visiva, con l’impatto rapido di un messaggio in cui riconoscersi senza confondersi.
Grazie alle opere in mostra il visitatore è introdotto nel suo universo cartaceo dallo stile inimitabile, basato sulle grafiche sovietiche e futuriste di inizio Novecento, sulle pitture parietali latinoamericane, sui muralismi italiani alla Mario Sironi. Tra queste Diplomacy over violence, opera realizzata dall’artista a ridosso dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina in cui ha voluto reinventare la Marianna, simbolo della Francia e protagonista della sua Liberté, Egalité, Fraternité del 2018, “rivestendola” dei colori giallo e azzurro della bandiera della nazione invasa dalla Russia. Un’opera che è un vero e proprio un inno alla pace e alla presa di posizione contro la guerra, come spiega lo stesso autore: «Questa immagine simboleggia il mio sostegno al popolo ucraino e il mio sostegno a chiunque creda che la pace sia preferibile alla guerra. Date la priorità alla diplomazia e alla creatività rispetto alla violenza!».
Le Opere in Mostra
OBAMA HOPE (2008) stampa offset su carta d’affissione / offset printing on billposting paperCollezione privata / Private Collection
“Lo volevo forte. Lo volevo saggio, ma non intimidatorio”, ha detto Shepard Fairey a proposito del suo iconico poster ideato per la campagna presidenziale del 2008 di Barack Obama, poi divenuto il primo presidente afroamericano nella storia degli Stati Uniti. Obama stesso, in seguito, ha scritto una lettera all’artista, ringraziandolo per il sostegno creativo dato alla sua campagna e per aver contribuito a risvegliare negli animi dei cittadini un sentimento di azione e partecipazione al cambiamento.
Realizzato in quadricromia nello stile grafico tipico di Fairey con una tavolozza – rosso, bianco e blu – che richiama i tradizionali colori patriottici americani, il manifesto mostra un ritratto stilizzato di Obama raffigurato di tre quarti, mentre guarda in lontananza con uno sguardo visionario; sotto campeggia lo slogan “Hope”, speranza (in altre versioni compaiono le parole “progresso” o “cambiamento”). La posa richiama un celeberrimo ritratto di John F. Kennedy, qui citato come un simbolo per il popolo americano. Divenuta ben presto virale e riprodotta su magliette, adesivi, spille e altro ancora, l’immagine è stata definita “la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam”.
WE THE PEOPLE, DEFEND DIGNITY (2017) serigrafia / silk-screen printing Collezione Pinto / Pinto Collection
Prendendo il nome dal preambolo della Costituzione americana, la serie “We the People”, commissionata dall’organizzazione no profit Amplifier Foundation, propone ritratti di nativi americani, afroamericani, musulmani e latini raffigurati nel tipico stile di Fairey. Amplifier ha pubblicato i tre ritratti qui esposti il 21 gennaio 2017, in concomitanza con la Marcia delle Donne, la più grande protesta di un solo giorno nella storia degli Stati Uniti. Protagonista di Defend dignity è Maribel Hermosillo Gonzalez, volto che la fotografa Arlene Mejorado ha voluto per il suo progetto sul patrimonio indigeno. Il suo ritratto trasmette dignità, coraggio e resilienza ed è una risposta diretta al sentimento xenofobo, razzista e anti-immigrati. Per ultimare i dettagli dell’immagine Fairey ha consultato la Mejorado, aggiungendo, tra i capelli di Maribel, una rosa rossa, secondo la moda messicana – si pensi ai ballerini di danza folcloristica o ai fiori con cui le donne si ornano durante il Dia de los Muertos – e, sulla sua maglietta, un’aquila.
MARIANNE:L’ACTION VAUT PLUS QUE LES MOTS (2021) serigrafia / silk-screen printing Collezione privata / Private Collection
Nel dicembre 2020 un collettivo anonimo di street artist interviene sul celebre murale di Shepard Fairey – da lui realizzato per esprimere la propria solidarietà ai cittadini di Parigi all’indomani degli attentati terroristici che colpirono la città nel novembre del 2015 – aggiungendo lacrime di sangue al volto della Marianne, simbolo della République, e oscurando con la vernice bianca le parole del motto nazionale francese, “Liberté, Égalité, Fraternité”. L’intervento, inizialmente etichettato dalla stampa internazionale come un atto vandalico, viene tuttavia rivendicato dal collettivo come un’azione artistica volta a sensibilizzare le coscienze sul tema delle ingiustizie. Sorprendentemente a intervenire in sua difesa è lo stesso Fairey che, dopo aver ripristinato il murale nella sua versione originale, decide di aggiungere al volto della Marianne una lacrima blu, in memoria delle volte in cui – come spiega l’artista stesso – i principi che essa rappresenta sono stati abbandonati o non sono stati fatti valere in modo adeguato. Dell’opera realizza anche una versione cartacea, volta a ribadirne il significato e a stimolare un approccio costruttivo incentrato sulla messa in pratica dei valori democratici che essa esprime, in cui, accanto al ripristinato motto nazionale, compare l’invito: “I fatti valgono più delle parole”. In accordo con l’impegno dell’artista contro il razzismo, la xenofobia, il classismo e tutte le forme di discriminazione e ingiustizia, e quale atto concreto, tutti i profitti ricavati dalla vendita di questa nuova edizione cartacea vengono destinati ai meno abbienti.
OBEY ICON (2008) litografia offset / offset lithograph Red Star Press
«Il vero messaggio che si cela dietro al mio lavoro è “fatti domande su tutto”». Questo dichiara Shepard Fairey a proposito della sua carriera artistica iniziata nel 1989, quando, ancora studente di design, realizza una campagna di adesivi raffiguranti una stilizzazione grafica del volto del celebre wrestler André René Roussimoff, in arte André the Giant. Successivamente Fairey modifica il nome della campagna, aggiungendo l’iconica parola OBEY: nasce così OBEY Giant. Si tratta di una parodia del concetto di propaganda e pubblicità, ma è anche una citazione di un film caro all’artista, “They Live”, del 1988, in cui appaiono diversi cartelli con la scritta “OBEY”.
L’immagine, ben presto divenuta iconica, è comparsa sui muri di tutto il mondo, venendo utilizzata anche come logo di una linea di abbigliamento che reca lo stesso nome: Obey. Fairey ha descritto questa sua campagna come “un esperimento di fenomenologia”: mettendo in primo piano l’importanza del porsi domande su ciò che ci circonda. Obey vuole provocare una reazione nel pubblico, cercando di risvegliare in esso la meraviglia e inducendolo a chiedersi cosa rappresenti l’immagine-logo. Come spiega il manifesto della campagna di adesivi “Obey”, l’assenza di una risposta suscita diverse “reazioni e interpretazioni” in coloro che la osservano, le quali riflettono la loro personalità.
LIBERTÉ, ÉGALITÉ, FRATERNITÉ (2018) litografia / lithograph Collezione privata / Private Collection
“Sono con la gente di Parigi, nello spirito e nel corpo, in questo momento così difficile”. Con queste parole Shepard Fairey esprime la propria solidarietà ai cittadini di Parigi all’indomani degli attentati terroristici che colpirono la città nel novembre del 2015, annunciando contestualmente il proprio progetto di un murale a decorazione della parete di un edificio popolare nel tredicesimo arrondissement. L’opera, che intende rendere omaggio alle vittime, a tutta la Francia, e vuole promuovere un messaggio universale di fratellanza e unità tra i popoli, raffigura la Marianne, simbolo della République, circondata dalle parole del motto nazionale, “Liberté, Égalité, Fraternité”, su uno sfondo tricolore che riprende i colori della bandiera francese. Divenuta ben presto virale, quest’opera ha assunto un’ulteriore valenza politico-ideologica dopo che una sua versione a stampa, donata da Fairey stesso a Emmanuel Macron del quale ha sostenuto la candidatura presidenziale, è stata esposta nel bureau del Palais de l’Elysée all’indomani della sua elezione.
OBEY SANTA MARGHERITA (2009) pannello di legno / wooden panel Collezione privata. Progetto SMS Venice Private Collection. SMS Venice project
Solitamente SMS è inteso come acronimo, di Short Message System, ma in questo caso significa anche Saint Mark’s Square (Piazza San Marco). Si tratta di un progetto ideato nel 2009 dal Comune di Venezia, dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e da Fran Tomasi, organizzatore della manifestazione, con l’intento di raccogliere fondi per attività di restauro e di manutenzione del patrimonio artistico e architettonico della città.
Tra i diversi artisti coinvolti nell’iniziativa, anche Shepard Fairey ha donato diverse opere e installazioni e al tempo stesso ha offerto al pubblico la possibilità di vederlo al lavoro in diversi luoghi della città: piazza San Marco, campo Santa Margherita, le facciate di Palazzo Querini Dubois e Ca’ Corner della Regina.
Tra l’altro, ha dipinto i teli di copertura delle impalcature di alcuni cantieri, tra cui quello delle Procuratie Nuove a San Marco.Nelle opere qui esposte, relative a questo progetto, vediamo campeggiare le figure di André the Giant e di Angela Davis.
Da questo link è possibile scaricare le immagini di una selezione di opere in mostra
https://www.dropbox.com/sh/09sfh511f8jw8sp/AABtrifG90E-qI0TtxgBIghYa?dl=1
OBEY PEACE REVOLUTION
25 giugno 28 agosto 2022
TEATRO MARGHERITA
BARI
orari di apertura:
- dalla domenica al giovedì: dalle ore 17:00 alle 22:00
- venerdì e sabato: dalle ore 17:00 alle 23:00
costo dei biglietti:
- intero: 5 euro
- ridotto (per over 65, giovani dai 6 ai 25 anni, universitari): 3 euro
- gratuito per: bambini fino ai 6 anni non compiuti; insegnanti accompagnatori di gruppi scolastici; portatori di handicap e un loro familiare o altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza socio-sanitaria; guide turistiche in servizio (necessaria l’esibizione di valida licenza rilasciata dalla competente autorità).