Giorno 106 di guerra, continuano i bombardamenti russi. Distrutto il Palazzo di ghiaccio di Severodonetsk, un simbolo della città: “Ghiaccio, pattinaggio artistico, hockey, pallavolo, scuola sportiva, concerti, quasi 50 anni di storia dello sport e dello sviluppo culturale sono andati in fumo”. Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergiy Gaidai.
L’assalto all’Azot è cominciato. Come avvenuto per quasi tre mesi nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, anche la fabbrica chimica di Severodonetsk rappresenta l’ultimo baluardo di una città ormai di fatto in mani russe. E per prenderne il controllo, costringendo le persone barricate a uscirne, la strategia di Mosca punta di nuovo sui bombardamenti a tappeto. Nella struttura restano rifugiati circa 800 civili.
Il vice capo dell’intelligence militare ucraina Vadym Skibitsky ha dichiarato che l’Ucraina sta perdendo contro la Russia in prima linea e che ora dipende quasi esclusivamente dalle armi provenienti dall’Occidente per tenere a bada la Russia: “Questa è ormai una guerra di artiglieria. I fronti sono ora il luogo in cui si deciderà il futuro e stiamo perdendo in termini di artiglieria. Tutto ora dipende da ciò che l’Occidente ci dà”, ha detto al Guardian.
Nei commenti rilasciati alle tv russe in occasione del 350mo anniversario dalla nascita di Pietro il Grande, il presidente russo Vladimir Putin si è paragonato allo zar tracciando un parallelo tra quelle che ha descritto come le loro due imprese storiche gemelle per riconquistare le terre russe: “A quanto pare, spetta anche a noi restituire (ciò che è della Russia) e rafforzare (il Paese). Se partiamo dal fatto che questi valori fondamentali costituiscono la base della nostra esistenza, riusciremo sicuramente a risolvere i compiti che abbiamo di fronte”, ha detto. (foto telegram)