In base a quanto stabilito nella stessa legge di Bilancio, la Regione concede, per il tramite dei Comuni, un contributo annuale di 500 euro per i nuclei familiari con Isee non superiore a 9mila euro; che risiedano da almeno un biennio nel territorio della Regione Puglia; per i quali almeno un componente del nucleo familiare richiedente, assuma l’obbligo di acquisire le competenze digitali di base entro un anno dall’erogazione del contributo, pena il rigetto della domanda di beneficio per l’annualità successiva.
“Come assessorato al Welfare – spiega l’assessora Rosa Barone – ci siamo impegnati per garantire la formazione per l’acquisizione delle competenze di base, perché solo così potremo garantire la diffusione capillare su tutto il territorio della cultura digitale, rimuovendo quei fattori che determinano una discriminazione sul piano sociale, economico e culturale. La Regione si avvarrà per questo dell’Università di Foggia, con cui verrà sottoscritto un accordo, per avviare attività formative da destinare prioritariamente ai cittadini che parteciperanno all’Avviso sul digital divide nei Comuni ed ai beneficiari della misura Red 3.0. Una novità che abbiamo fortemente voluto, per cui ci siamo impegnati in questi mesi.
Con la delibera approvata – commenta ancora l’assessora – si dà mandato alla Dirigente della Sezione Inclusione Sociale Attiva del Dipartimento al Welfare di adottare ogni atto amministrativo utile all’attuazione di quanto previsto dalla normativa regionale per il superamento del digital divide. La sezione pubblicherà un Avviso per raccogliere le manifestazioni di interesse da parte dei Comuni pugliesi che intendono accedere alle risorse regionali per poter erogare il contributo.
Un’attività necessaria per la successiva assegnazione delle risorse ai Comuni, che saranno ripartite tenendo conto del rapporto tra il numero di domande da finanziare per singolo Comune e la popolazione residente dello stesso. L’Avviso pubblico per raccogliere le domande da parte dei nuclei familiari in possesso dei requisiti richiesti – precisa Barone- verrà predisposto e gestito direttamente dai Comuni, che raccoglieranno ed istruiranno le domande dei cittadini interessati e redigeranno l’elenco di quelle ammissibili secondo un ordine di graduatoria che tenga conto, in prima battuta, del valore Isee del nucleo familiare (con preferenza per i valori più bassi) e, in seconda battuta e a parità di valore Isee, del numero di figli minori presenti nel nucleo familiare.
L’obiettivo – conclude l’assessora al Welfare – è garantire per tutti i cittadini il diritto di accedere ad internet come fondamentale strumento di sviluppo umano e di crescita economica e sociale”.