A partire dal prossimo anno accademico, l’Università di Bari Aldo Moro, ospiterà un nuovo Corso di laurea magistrale in Chimica Industriale (LM/71). Si tratta del secondo corso, dopo Napoli, in tutto il Sud Italia che, di fatto, si affiancherà alle altre lauree magistrali già presenti in Scienze Chimiche e Scienze dei Materiali, ampliando ulteriormente l’offerta formativa erogata dall’Ateneo barese.
Il Corso, in particolare, sarà a numero aperto e preparerà una figura professionale che possiede: una profonda preparazione scientifica ed operativa nelle tematiche connesse alla produzione industriale nei diversi settori chimici, buoni elementi di economia industriale ed aziendale, strumenti matematici ed informatici di supporto e un utilizzo fluente di una lingua dell’Unione Europea oltre l’Italiano (sito web del corso https://w3.uniba.it/corsi/chimica-industriale).
Il percorso formativo prevede un elevato numero di crediti nelle discipline chimiche, ambientali, biotecnologiche, industriali, ed economiche, con particolare attenzione alle tematiche ambientali e alla preparazione sul campo assicurata da tesi sperimentali e tirocini obbligatori in azienda. Il contatto del Dipartimento di Chimica con numerose imprese pugliesi, nazionali ed internazionali permette agli studenti magistrali del Dipartimento di chimica di interagire con la realtà industriale già dal primo anno di corso, con una serie di iniziative (premio FATER Award, premio di tesi Giorgio Squinzi FEDERHIMICA, dottorati industriali, Global Thesis etc.) che avvicinano sin da subito domanda ed offerta di lavoro di elevatissima qualificazione, e rende i nostri laureati un volano per lo sviluppo sostenibile del SUD.
L’attivazione del percorso di studi in Chimica Industriale si pone l’obiettivo di intercettare il crescente interesse del territorio pugliese verso la formazione di professionisti e di operatori qualificati in grado di inserirsi con competenza nelle imprese del settore industriale. La Puglia, infatti, è tra le regioni più industrializzate dell’Italia meridionale: nel 2018 la regione era la seconda del Mezzogiorno per percentuale di aziende di grandi dimensioni, con più di 120 imprese sopra i 250 dipendenti e oltre 40 gruppi industriali internazionali attivi nei settori dell’aerospazio, dell’ automotive, della chimica e dell’ICT, mentre nel comparto chimico sono presenti più di un migliaio di piccole e medie imprese in vari settori di mercato
Questi dati evidenziano come il tessuto industriale pugliese nei settori attinenti alla chimica stia sperimentando in questo periodo storico un’indubbia fase di ripresa testimoniata dal rafforzamento delle grandi imprese, come quelle del comparto siderurgico (es. Acciaierie d’Italia) o quelle del comparto petrolifero, nonché dalla nascita di numerose PMI, soprattutto nel comparto manifatturiero (es. plastiche, vernici e lubrificanti) e nel campo della sintesi chimica.
Come è noto, la maggior parte degli insediamenti industriali è situata nel triangolo Bari – Brindisi – Taranto. Il settore barese è da sempre trainante e comprende i comparti alimentare, chimico, petrolchimico, tessile, del legno e, soprattutto, meccanico. Brindisi ospita l’industria aeronautica, quella di materie plastiche e mobilifici. La città è, inoltre, leader per la produzione di energia elettrica in Italia (Centrale Federico II – Cerano). Taranto spicca per la presenza del colosso siderurgico Acciaierie d’Italia (ex ILVA), oltre a impianti petrolchimici e di lavorazione del cemento. Nella provincia di Barletta-Andria-Trani è presente una forte concentrazione di industrie tessili e calzaturiere, così come in quella di Lecce. Nella provincia di Foggia particolarmente sviluppata è invece l’industria agro-alimentare.