Un sequestro preventivo di beni del valore complessivo di circa 300 mila euro è stato eseguito dalla Guardia di Finanza nei confronti di tre ex dipendenti dell’avvocatura regionale della Puglia, due non più in servizio in quanto licenziati e una avvocatessa in pensione. Tutti accusati di aver truffato la Regione per oltre 1 milione di euro. I tre avrebbero indotto l’ente pubblico al “pagamento di spese – si legge nell’imputazione – concernenti anticipi o rimborsi di spese legali di fascicoli di contenzioso risultati essere inesistenti o attributi a un altro legale rispetto a quello presente nella richiesta” oppure “le cui richieste sono risultate esser state illegittimamente alterate per quanto concerne le voci di spesa e gli importi da liquidare” o ancora “liquidate più di una volta, con mandati di pagamento diversi”.
L’indagine è coordinata dal procuratore di Bari Roberto Rossi. Ai tre indagati destinatari del sequestro disposto dalla gip del Tribunale di Bari Luigia Lambriola, la Procura contesta i reati di truffa aggravata e falso. I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra gennaio 2013 e luglio 2019. L’inchiesta è partita da diversi esposti presentati nel 2019 dalla coordinatrice della avvocatura regionale, Rossana Lanza e dall’allora dirigente della Sezione Provveditorato Economato della Regione Puglia, Antonio Mario Lerario (lo stesso ex capo della protezione civile regionale poi coinvolto nell’inchiesta su presunte tangenti in cambio di appalti).