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Puglia, nei lidi non si trova personale? I ragazzi rispondono ai gestori: “Sfruttati e con paghe da fame”

Pubblicato da: Adalisa Mei | Ven, 20 Maggio 2022 - 09:00
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“Schiavisti e sfruttatori”. Sono state le due parole più utilizzate dai ragazzi accusati dai gestori dei lidi e dei ristoranti di non aver voglia di lavorare durante la stagione estiva. Dopo l’articolo pubblicato sulle difficoltà dei gestori di non riuscire a trovare personale per via della mancanza di professionalità e del reddito di cittadinanza, sono state molte le testimonianze di chi si trova dall’altra parte: i lavoratori.

Abbiamo raccolto in anonimato varie esperienze di chi ha provato a rispondere agli annunci o ancora meglio di chi il lavoro nei lidi e nei ristoranti lo ha accettato. “Ho lavorato in un lido ad Ugento – racconta a Borderline24 un ragazzo – la mattina aprivo tutti gli ombrelloni, la sera pulivo i lettini e chiudeva gli ombrelloni (circa un centinaio e oltre), loro si fanno pagare dalle 30 alle 50 euro al giorno e a noi ragazzi una mancia”.

“Io ho lavorato 15 anni nella ristorazione e ho cominciato da bambina perché mi dovevo dare da fare – tuona una ragazza. Ho lavorato quando la paga era di 30 euro al giorno, anche di sabato. Ho fatto le stagioni estive lavorando anche 15 ore di fila per soli 40 euro. 9 ore continue anche da sola e nell’ora di punta delle colazioni.  600 euro al mese se lavoravo la mattina o 700 euro per la sera, con un giorno di riposo ogni due settimane.  I miei titolari si compravano Porsche, ordini su Amazon tutti i giorni e ogni altro lusso, mentre io ho sempre dovuto contare i centesimi per non ritrovarmi senza soldi. Non vi meritate niente. Cominciate a pagare seriamente e a fare contratti di assunzione. Tra l’altro non ho i requisiti per chiedere il reddito di cittadinanza”.

 

“Pagate secondo contratto nazionale stagionali e vedrete la coda dei ragazzi che verranno a chiedere di lavorare”- commenta il padre di una ragazza. Mia figlia 22enne ha cercato un lavoro stagionale in un pub del Barese, e sono stato io a dirle di non andarci: con 30 euro giornalieri, compreso sabato e domenica, per 10/12 ore mia figlia la tengo a casa e senza reddito”.

“Non è vero che non vogliono lavorare perché non tutti hanno il reddito di cittadinanza -spiega un altro lavoratore. I ragazzi non vogliono essere sfruttati e schiavizzati con quattro soldi. In realtà non è che non si trovano più lavoratori, la verità è che non trovate più schiavi.  Queste sono le conseguenze di tanti anni di schiavitù”.

“Ma cosa pensate che chi percepisce il reddito, sia ricco? – continua. La gente è stanca di essere sfruttata e vuole una paga degna del lavoro che deve svolgere. Si viene assunti come camerieri e poi si deve lavorare 12 ore per pochi euro. Se il reddito di cittadinanza è uguale o a volte supera la paga sfido chiunque a preferire di stare a casa. Invito i gestori invece di proporre orari umani compatibili ad una vita privata e personale con una retribuzione dignitosa e così troverete i dipendenti. Il lavoro non deve essere solo sacrificio ma parte integrante della vita”.

 

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