“Schiavisti e sfruttatori”. Sono state le due parole più utilizzate dai ragazzi accusati dai gestori dei lidi e dei ristoranti di non aver voglia di lavorare durante la stagione estiva. Dopo l’articolo pubblicato sulle difficoltà dei gestori di non riuscire a trovare personale per via della mancanza di professionalità e del reddito di cittadinanza, sono state molte le testimonianze di chi si trova dall’altra parte: i lavoratori.
Abbiamo raccolto in anonimato varie esperienze di chi ha provato a rispondere agli annunci o ancora meglio di chi il lavoro nei lidi e nei ristoranti lo ha accettato. “Ho lavorato in un lido ad Ugento – racconta a Borderline24 un ragazzo – la mattina aprivo tutti gli ombrelloni, la sera pulivo i lettini e chiudeva gli ombrelloni (circa un centinaio e oltre), loro si fanno pagare dalle 30 alle 50 euro al giorno e a noi ragazzi una mancia”.
“Pagate secondo contratto nazionale stagionali e vedrete la coda dei ragazzi che verranno a chiedere di lavorare”- commenta il padre di una ragazza. Mia figlia 22enne ha cercato un lavoro stagionale in un pub del Barese, e sono stato io a dirle di non andarci: con 30 euro giornalieri, compreso sabato e domenica, per 10/12 ore mia figlia la tengo a casa e senza reddito”.
“Non è vero che non vogliono lavorare perché non tutti hanno il reddito di cittadinanza -spiega un altro lavoratore. I ragazzi non vogliono essere sfruttati e schiavizzati con quattro soldi. In realtà non è che non si trovano più lavoratori, la verità è che non trovate più schiavi. Queste sono le conseguenze di tanti anni di schiavitù”.
“Ma cosa pensate che chi percepisce il reddito, sia ricco? – continua. La gente è stanca di essere sfruttata e vuole una paga degna del lavoro che deve svolgere. Si viene assunti come camerieri e poi si deve lavorare 12 ore per pochi euro. Se il reddito di cittadinanza è uguale o a volte supera la paga sfido chiunque a preferire di stare a casa. Invito i gestori invece di proporre orari umani compatibili ad una vita privata e personale con una retribuzione dignitosa e così troverete i dipendenti. Il lavoro non deve essere solo sacrificio ma parte integrante della vita”.