“Nessuno mi aiuta, vergogna”. E’ l’appello inascoltato di una donna barese, costretta a spostare in solitudine la propria anziana madre dal sedile dell’automobile alla carrozzina davanti al pronto soccorso dell’ospedale Di Venere, al quartiere Carbonara. Un vuoto dell’assistenza sanitaria che rischia di finire nel dimenticatoio.
“Ho chiesto una mano agli infermieri e agli operatori oss presenti, tutti erano stranamente impegnati – racconta ad alta voce in prossimità della sala d’attesa – questo non è di certo un episodio isolato, ma la terza volta consecutiva. Ho dovuto arrangiarmi – continua – nonostante i problemi a una spalla che mi impedirebbero di fare sforzi, però sono stata obbligata: qui sembrano tutti disinteressati”. L’anziana donna, durante il trasferimento dal sedile dell’auto alla sedia a rotelle, ha dovuto anche tenere tra le mani in modo precario un secchio in cui era stato riposto il catetere.
Anche l’immagine d’anteprima, che immortala il momento, mostra a poca distanza alcuni operatori sanitari in attesa dell’ambulanza per un altro intervento d’urgenza. Osservano senza intervenire, tra lo stupore degli altri pazienti e dei familiari, mentre altri cercano almeno di offrire un supporto morale. La donna, invece, dopo aver sfogato la sua rabbia, quasi fino alle lacrime, ha più volte invocato un dibattito sulla stampa locale per mettere in evidenza quanto accaduto.
La replica della Asl. In merito all’articolo pubblicato sulla vostra testata on line dal titolo “Il pronto soccorso dell’indifferenza: “Nessun aiuto per mia madre disabile”, la direzione della ASL smentisce la ricostruzione dei fatti denunciati e precisa quanto segue:
“In seguito al sopralluogo del direttore sanitario Sivo questa mattina al pronto soccorso dell’Ospedale di Venere, è stato accertato che la signora non era una utente del pronto soccorso, ma si trovava in ospedale per altri motivi, ossia per una visita specialistica programmata. La donna – al contrario di quanto esposto – è stata aiutata subito da una infermiera in divisa, e due degli operatori – che si intravedono sullo sfondo della foto che accompagna l’articolo – si sono immediatamente adoperati per aiutarla. Uno degli operatori ha personalmente accompagnato la signora presso il reparto dove doveva accedere per la prestazione prenotata, e la stessa paziente ha ringraziato il personale. E’ stata infine richiesta una relazione dettagliata sull’accaduto”.
La nota della redazione. Abbiamo pubblicato la precisazione della Asl che non condividiamo nella parte in cui si smentisce il mancato aiuto. Noi eravamo presenti e abbiamo fotografie scattate nel momento del passaggio della signora sulla carrozzina dall’auto e subito dopo. In quel momento nessuno è intervenuto ad aiutare la figlia della anziana. Se poi qualcuno si è fatto avanti a spingere la carrozzina all’interno del reparto, quello non era l’oggetto della nostra segnalazione. Concludiamo nel dire che le foto parlano più delle parole.