L’ospedale covid della Fiera del Levante di Bari (costato oltre 25 milioni di euro) non è collaudabile a causa di gravissime irregolarità nelle procedure di appalto. E’ quanto sarebbe riportato in una relazione tecnica firmata a marzo dal nuovo responsabile unico del procedimento della Regione Puglia, Roberto Polieri, subentrato a Roberto Mercurio che – insieme all’ex dirigente della Protezione civile, Mario Lerario – è coinvolto in un’inchiesta della Procura di Bari per turbativa d’asta e abuso d’ufficio.
Secondo la relazione – pubblicata oggi da La Gazzetta del Mezzogiorno -, l’ospedale covid non è collaudabile sia perché non è stata accertata la rispondenza tra i lavori previsti dal progetto e quelli effettuati, sia perché alcuni impianti (tra cui quelli per i gas medicali) non sono stati sottoposti alle prove previste dalla legge. L’ospedale, aperto a marzo 2021 e che chiuderà entro fine mese, è al centro dell’inchiesta sugli appalti della Protezione civile che il 23 dicembre scorso ha portato all’arresto per tangenti di Lerario.
Oltre alle irregolarità riscontrate nelle procedure di appalto, sull’ospedale manca anche il registro di contabilita, e – scrive Polieri – “si è constatato che l’importo degli Stati di avanzamento lavori non è corrispondente a quello indicato sul relativo certificato di pagamento”. L’appalto per la realizzazione dell’ospedale aveva una base d’asta di 9,4 milioni (scesi a 8,3 milioni a fronte del ribasso del 12% proposto dagli aggiudicatari, l’Ati Barozzi-Item Oxygen di Altamura), ma ha portato la Protezione civile a spendere ulteriori 8,8 milioni. Con le forniture accessorie e altri lavori il totale ha raggiunto i 25 milioni.