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Lotta alla Xylella, Tar Puglia: “Non estirpare ulivi infetti, ma attuare misure alternative”

Pubblicato da: redazione | Sab, 7 Maggio 2022 - 12:30

“Non estirpare gli ulivi infetti, ma attuare misure alternative”. E’ quanto deciso dal Tar Puglia che, con sei diverse ordinanze, ha accolto le richieste di sospensione cautelare dei provvedimenti con i quali, negli scorsi mesi, la Regione Puglia, aveva prescritto “misure fitosanitarie per il contenimento della diffusione della Xylella fastidiosa” attraverso l’estirpazione degli alberi.

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In particolare, i proprietari di 37 ulivi monumentali infetti, situati nelle campagne di Ostuni, nel Brindisino, dovranno dare attuazione “concreta delle misure alternative all’abbattimento”, entro e non oltre il 30 giugno del 2022. Per il momento però, secondo quanto stabilito dal Tar, non dovranno eradicare le piante. I proprietari, assistiti tutti dall’avvocato Rosa Fanissi, nello specifico avevano lamentato l’erronea applicazione della normativa di settore, soprattutto nella parte in cui la Regione aveva ritenuto di individuare quale misura unica di contenimento della diffusione della Xylella “l’eradicazione delle piante infette”, precludendo così l’opportunità di avviare studi, anche a carattere sperimentale, intesi alla individuazione di misure fitosanitarie alternative.

Secondo i giudici ci sarebbe un punto di incontro tra le “opposte esigenze”. In particolare, il “punto di equilibrio – hanno sottolineato – sembra potersi individuare nelle misure fitosanitarie alternative che la stessa Regione Puglia ha riconosciuto potersi praticare in relazione agli ulivi monumentali, i quali godono di speciale tutela”. Il Tar, inoltre, ha evidenziato che “sussiste senz’altro pericolo di un pregiudizio grave e irreparabile che deriva dalla drasticità della misura di abbattimento contestata”, ritenendo però che “la concessione della tutela cautelare deve essere subordinata all’attuazione concreta delle misure alternative all’abbattimento”.

Per alcune delle piante oggetto dei diversi ricorsi i giudici sostengono inoltre che la “predisposizione del cosiddetto incappucciamento dell’albero di ulivo infetto, così come attuata dai ricorrenti, appare misura insufficiente per prevenire il pericolo di diffusione della Xylella fastidiosa, anche in considerazione dell’avvio della stagione estiva che predispone ad un maggior contagio”. Adesso, stando a quanto emerso, entro il 30 giugno, i proprietari degli ulivi dovranno procedere alla capitozzatura delle branche principali, all’innesto di cultivar resistenti e, inoltre, al monitoraggio al vettore, senza però eradicarli. Il prossimo 15 dicembre, in merito, si terrà una nuova udienza.

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