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In Puglia lavoro a rischio e poca sicurezza: “Nei primi mesi 78 infortuni al giorno”

Pubblicato da: Francesca Emilio | Dom, 1 Maggio 2022 - 07:00

“E’ arrivato di nuovo il primo maggio, ma anche quest’anno ci sono partite che ancora non sono state chiuse, con lavoratori senza risposte da tempo”. A raccontarlo a Borderline24  è Barbara Neglia, segretaria generale Filcams Cgil Puglia.

Dalle vertenze ancora oggi in atto in Puglia e nel Barese, al tema della sicurezza del lavoro, con la conseguente necessità di trovare soluzione alle morti e ai troppi infortuni che si sono registrati nell’ultimo anno, sono solo alcune delle questioni che, a distanza di molti anni dalla data della sua istituzione (20 luglio 1889), preoccupano i sindacati e rendono questa giornata dedicata ai lavoratori sempre meno una festa e più una ricorrenza per dover proseguire nella lotta alla rivendicazione dei diritti.

“In Puglia – ha sottolineato Neglia – oggi sono in atto due vertenze importanti che ancora non trovano risposta. Si tratta di quelle riguardanti i lavoratori delle mense ospedaliere e quella sul turismo. Per la prima sono quasi un migliaio sul territorio i cittadini su cui ancora non vi è certezza occupazionale, per la seconda, ovvero quella sul turismo, la situazione non riesce a cambiare e non decolla come dovrebbe, soprattutto dopo i due anni pandemici” – ha evidenziato ricordando che molte delle altre vertenze sono “più di carattere generale e relative a questioni che si riferiscono ad ambiti contrattuali piuttosto che a vertenzialità vere e proprie riferite al territorio”.

“Per fortuna – ha aggiunto – non abbiamo chissà quante vertenzialità specifiche, molte riguardano singole aziende. Ma la situazione sul territorio non è delle migliori. Quella più grave al momento è sicuramente quella delle mense ospedaliere, è la più imponente in assoluto” – ha sottolineato ribadendo che non è esclusa la possibilità che nelle prossime giornate ci siano manifestazioni o scioperi per provare a smuovere una situazione in stallo da ormai tempo. “Ad oggi – ha sottolineato Neglia – nonostante le richieste, non c’è stata nessuna convocazione per un incontro da parte dell’assessore alla Sanità, Rocco Palese” – ha specificato.

Lo scorso mese, in particolare a marzo, i lavoratori si erano incontrati per un sit-in di protesta volto proprio a richiedere un incontro con l’obiettivo di ottenere garanzie occupazionali e reddituali per tutti i lavoratori impiegati nell’appalto affinché nessuno potesse “restare a casa” e che, soprattutto, nel passaggio dalle vecchie alle nuove aziende tutti i lavoratori potessero trovare una collocazione. Ma quelle citate non sono le uniche vertenze attive. Se in Puglia, al momento, preoccupa la gravità della situazione dei lavoratori di mense ospedaliere e settore turismo (che si accingono ad affrontare una nuova stagione senza alcuna certezza), spostando il focus sul territorio ci sono altre situazioni in sospeso. Tra queste l’ultima è sicuramente quella dei lavoratori del Palace Hotel. Il 6 maggio si terrà un incontro con la proprietà dello storico albergo. I sindacati sperano di avere risposte sul futuro del Palace in modo da avviare le trattative per l’assorbimento dei dipendenti, attualmente in cassa integrazione fino al 31 dicembre.

Tema, quello delle vertenze che ha portato negli scorsi giorni, il segretario generale della Cgil Puglia Pino Gesmundo, a sottolineare quanto sia necessario per la Regione “mettere in piedi una vera e propria vertenza lavoro che chiami in causa le responsabilità dirette del Governo nazionale rispetto alla definizione di politiche industriali che diano un indirizzo preciso sulla strada che il Paese intende prendere in materia di sviluppo del manifatturiero, di innovazione, di competitività, di qualità del lavoro”. Al contrario, ha aggiunto Gesmundo in solidarietà a tutte le categorie coinvolte in situazioni di stallo, “oggi siamo costretti a rincorrere e spesso subire le scelte delle imprese nazionali e multinazionali” – ha concluso.

“Non solo vertenze e lavoratori in sospeso, anche quello della sicurezza è un tema importante che va affrontato – ha aggiunto infine Neglia – negli ultimi anni, soprattutto con l’arrivo del Covid, è stato portato moltissimo in rilievo. Ma dobbiamo fare ancora molti passi” – ha concluso.  In Puglia, nei primi due mesi dell’anno, secondo quanto emerso da un report della Cgil, ci sono stati almeno 78 infortuni al giorno. In totale, sono stati 4.625: 900 in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Otto gli infortuni mortali, con un bilancio che cresce di giorno in giorno.

“Riesce difficile parlare di numeri da guerra mentre un conflitto bellico miete vittime alle porte dell’Europa, ma i dati degli incidenti mortali e degli infortuni in Puglia, in sensibile aumento, sono terribili – ha detto ancora Pino Gesmundo –  non possono essere relegati a fatti episodici e impongono una riflessione urgente da parte delle imprese e delle istituzioni. A nulla sono serviti gli appelli pubblici, le campagne di sensibilizzazione, la richiesta di maggiori controlli. Se questa è la ripresa post pandemia, se il prezzo da pagare è la vita di uomini e donne che lavorano per vivere non certo per morire, noi non ci stiamo” – ha concluso.

Foto repertorio

 

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