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Epatite acuta nei bambini, studio del Regno Unito: “L’adenovirus è la causa più probabile”

Pubblicato da: redazione | Gio, 28 Aprile 2022 - 16:00
Medici

Il mondo scientifico internazionale continua a indagare sulle cause legate ai numeri sempre più alti di epatiti acute nei bambini. A garantire ulteriori elementi per meglio conoscere il virus è un report del Regno Unito, Paese dove attualmente si contano più di 100 casi.

“L’adenovirus è l’agente patogeno più comune rilevato nel 75% dei casi confermati” di epatiti acute nei bimbi in Gran Bretagna e, in particolare, “il ceppo di adenovirus chiamato F41 sembra la causa più probabile”. Questo è quanto conferma l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) in uno studio, che mantiene aperta l’ipotesi che questo virus possa essere all’origine delle rare epatiti dall’origine sconosciuta verificatisi in diversi paesi, inclusa l’Italia.

Nel report dell’agenzia, aggiornato al 25 aprile, si sottolinea che la maggior parte dei bambini che contraggono l’adenovirus non ha sintomi particolarmente gravi. “Le informazioni raccolte attraverso le nostre indagini suggeriscono sempre più che questo aumento dell’insorgenza improvvisa dell’epatite nei bambini è legato all’infezione da adenovirus”, ha dichiarato Meera Chand, direttrice delle infezioni cliniche ed emergenti presso l’Ukhsa. “Tuttavia, stiamo indagando a fondo su altre potenziali cause”.

Un’altra possibile spiegazione è che le misure di precauzione imposte nella pandemia potrebbero aver portato i bambini piccoli a essere esposti per la prima volta all’adenovirus in un momento successivo della loro vita rispetto a quando normalmente accade, portando a una risposta immunitaria più vigorosa, in alcuni, nei confronti dell’adenovirus.

Intanto la Commissaria Ue alla salute Stella Kyriakides ha precisato che “L’Ue segue molto da vicino la situazione, che è preoccupante” e gli Stati dovrebbero “condividere tutte le informazioni possibili”. “Al 25 Aprile erano approssimativamente 40 casi negli Stati membri – ha proseguito la Commissaria – finora i casi si registrano tra bambini tra un mese e sedici anni di età, la probabile origine è virale, ma abbiamo bisogno di più informazioni”.

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