La corona d’alloro in testa e la tesi di laurea nelle mani del piccolo figlio. È la fotografia che Afana Bella Dieudonne condivide sul suo profilo Facebook per festeggiare l’ultimo risultato raggiunto (foto in basso): dottore, per la terza volta, con 110 e lode per aver discusso una tesi di laurea dal titolo “Unione europea e diritti umani per richiedenti asilo e rifugiati durante la pandemia Covid-19”.
Una fotografia che racchiude sogni e speranze per chi ha cercato in Italia di costruire una nuova vita. Afana allo stesso tempo, però, vuole accendere i riflettori sul tema “immigrazione” spesso solo al centro della cronaca nera.
Lui, conosciuto in Ateneo come Capitan Dido, lo fa con le sue parole dure e pungenti: “Laureato con 110 e Lode e tre volte dottore in Italia, ma di questo non parleranno i media. Se invece un immigrato sbaglia c’è il mainstream”, scrive a commento dell’immagine condivisa.
Il 27enne, in Italia dal 2014, si è da subito dedicato agli studi di diritto internazionale. Dopo la laurea triennale in Comunicazione linguistica e interculturale ha conseguito a pieni voti la laurea magistrale in Relazioni internazionali e studi europei. Poi gli studi a Milano dove ha conseguito un master in Risorse umane e organizzazione all’Università Cattolica Sacro Cuore.
In Ateneo è conosciuto da molti per il suo impegno civile e politico in favore dei diritti della comunità migrante in Puglia: in questi anni ha fondando l’Associazione studenti stranieri dell’Università Aldo Moro.
Un impegno nella vita di tutti i giorni che ha riportato anche nel suo lavoro universitario. Nelle prime pagine della sua tesi si legge infatti: “Sono venuto dal deserto e dal mare. E ora presento uno studio di tesi di laurea specialistica su un argomento che mi sta a cuore e non solo per interesse accademico”. Afana, infatti, è arrivato a Bari dal Camerun e da quando vive nel capoluogo pugliese svolge attività a sostegno dei migranti del centro richiedenti asilo.
Due anni fa ha anche fondato la web radio “Radio Libertà” insieme ad altri quattro giovani studenti provenienti da altri paesi europei e africani.
Il suo più grande desiderio è quello di tornare ben presto in Camerun, ma prima vuole realizzare l’ultimo sogno qui a Bari: quello di aprire un bar nei pressi della stazione centrale dove sarà possibile degustare specialità e bevande che richiamano i sapori dell’Africa. Sarà possibile ordinare una birra africana o il pili-pili, il tipico panzerotto camerunense. Al suo fianco l’amico Modeste Jean Kouman della Costa d’Avorio, Luisa Ngondo, ragazza angolana e Joachim Agnakan, studente di lingue proveniente dal Togo.