Prima la crisi dettata dall’emergenza sanitaria, poi l’aumento dei costi della benzina, delle bollette e infine degli alimenti, tra cui frutta, verdura e ortaggi, ma anche grano e molto altro. Sono solo alcuni dei fattori che portano i cittadini a spendere sempre meno e a scegliere di fare rinunce, prima possibili “di tanto in tanto” per alcuni, per poter assicurare alla propria famiglia un pasto caldo, ma anche la possibilità di racimolare quanto basta per pagare le utenze.
Lo ha confermato a Borderline24 Pino Salamon, dell’Adoc Puglia, fornendo un quadro della situazione che non solo vede sempre meno cittadini propensi a fare spese, se non per lo stretto necessario, ma anche vittime di un momento in cui c’è “tanta speculazione”. “I cittadini spendono sempre meno, se non per beni di prima necessità – ha sottolineato – ma ci sono molti che ne approfittano. Un esempio eclatante è stato quello delle mascherine, i prezzi erano arrivati alle stelle. C’è sempre qualcuno che cerca di lucrare sul bisogno delle persone, senza comprendere che la corda non va tirata fino alla fine. Il momento di crisi riguarda tutti e va avanti ormai da due anni. C’è stata troppa instabilità anche nel lavoro, le persone ci pensano non due volte, ma venti prima di comprare qualcosa che non sia strettamente necessario” – ha evidenziato sottolineando la questione degli aumenti nel carrello della spesa.
A Bari, secondo gli ultimi prezzi rilevati sia in un mercato comunale all’aperto, sia in un supermercato, da febbraio a marzo c’è stato un netto aumento di alcuni prodotti. Il solo merluzzo, per esempio, è passato da 12,56 euro a 15,38 euro. “La situazione – ha sottolineato – non potrà che peggiorare se si pensa che nei prossimi mesi l’Italia dovrà cercare nuove risorse per la farina, in quanto non siamo in grado di produrne per l’intera popolazione. I produttori, anche in quel caso, cercheranno di guadagnare qualcosa in più. E’ abbastanza normale cercare di pareggiare i conti, gli aumenti riguardano tutti, ma non è il momento di essere individualisti, non possiamo permettercelo. Dobbiamo solidarizzare e sopravvivere, perché al di là di chi può permettersi tutto, c’è chi deve riuscire a tirare avanti” – ha concluso.
A confermare le parole di Salamon, quelle di una mamma e lavoratrice precaria Barese. “L’ultima bolletta della luce mi è costata 600 euro, prima era al massimo di 200. Diventa dura così sopravvivere, ma anche pensare di poter tornare alla normalità. Sono due anni che non vivo, prima per la pandemia, ora perché non ho soldi da spendere. Quello che ho basta a malapena per arrivare a fine mese” – ha raccontato senza nascondere le proprie preoccupazioni per il futuro ma anche (e soprattutto) per il presente.
“Leggo spesso del fatto che a Bari ci sono molti turisti – ha aggiunto la mamma – ma nessuno parla mai del fatto che tanti baresi non possono più permettersi di fare i turisti nella propria città. Non che sia una questione di vitale importanza, ma dopo due anni, non ci voleva quest’altra difficoltà. Non si tratta più di avere paura del contagio, quello resta, certo, ma in maniera minore, oggi personalmente ho paura di non riuscire a farcela a pagare le bollette. Sono sempre in affanno. I negozi? Non gli ho visti nemmeno ai saldi. Riciclo, anche per mia figlia” – ha concluso.
Si tratta, di fatto, così come confermato anche da Salamon, di una condizione diffusa che sta colpendo sempre più cittadini. Spesso e volentieri, negozi e mercati sono pieni, ma c’è sempre meno gente pronta ad effettuare acquisti. “La presenza di speculatori che tentano di fare il colpo grosso sulle spalle dei cittadini non aiuta a superare il momento ” – ha detto infine Salamon – “è importante supportarsi e tendersi la mano in un periodo di incertezza come questo” – ha concluso.