I dati ottenuti da circa 4000 campioni di acque reflue urbane prelevati in tutta Italia “rispecchiano i dati clinici” e mostrano “due ondate osservate nel periodo di sei mesi: una più grande con un picco a gennaio e una più piccola a marzo”. In particolare, “a marzo 2022, è stata segnalata una nuova ondata, ma meno significativa della precedente, andata di pari passo a un nuovo aumento dei contagi, forse associato alla variante Omicron BA.2”.
A raccontare l’evolversi dell’epidemia Covid sono i dati del Sistema nazionale di Sorveglianza ambientale del Sars-CoV-2, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. Il sistema è attivo da ottobre 2021, vede coinvolte 19 Regioni e Province Autonome e circa 40 laboratori che monitorano oltre 150 impianti di depurazione in tutta Italia. Finora sono stati analizzati 3.797 campioni di acque reflue e l’84,6% ha mostrato la presenza di Rna del SARS-CoV-2.
La presenza è stata bassa ma in graduale aumento dall’inizio di ottobre fino a metà dicembre. Nell’ultima settimana di dicembre è stato osservato un forte aumento, protrattosi fino a metà gennaio. Successivamente, sono diminuite fino a fine febbraio quando è stato documentato un nuovo aumento (moderato rispetto al precedente), che ha raggiunto il picco alla fine di marzo. Infine, si è assistito a una diminuzione nell’ultima settimana di marzo.
I dati, spiega l’Iss, “hanno mostrato variazioni significative nell’arco dei primi 6 mesi di sorveglianza, mostrando due picchi caratterizzati da notevole e rapida crescita, uno maggiore a gennaio e uno minore a marzo, in corrispondenza delle due ondate di diffusione della variante Omicron documentate negli stessi mesi, confermando la capacità del monitoraggio sulle acque reflue di descrivere l’evoluzione dell’epidemia”.