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Da Bari alla provincia: con le “agenzie mafiose” i clan gestiscono i territori

Pubblicato da: Rosanna Volpe | Mar, 19 Aprile 2022 - 06:30

Si chiamano “agenzie mafiose”. Agiscono dalla città alla provincia con il sostegno degli affiliati ma soprattutto dell’affiliazione di soggetti apicali delle compagini delinquenziali operanti nei singoli Comuni. Gli altalenanti rapporti di conflittualità e di alleanze che contraddistinguono l’andamento mafioso metropolitano si ripercuotono infatti in modo speculare nella provincia come confermano le evidenze di analisi e gli accertamenti giudiziari del semestre. I clan sono sempre i soliti noti che hanno oltrepassato i confini d Bari: dagli Strisciuglio, ai Palermiti, ai Capriati. Ai Misceo ai Diomede. Si sono divisi le province e badano ai mercati dello spaccio.

Le piazze sono delineate ma spesso sono necessari giochi di forza per imporre la propria egemonia. E quindi succede che l’espansione degli Strisciuglio  a Palo del Colle viene consolidata  a partire dalla rissa scoppiata in carcere nel 2016 che aveva provocato la spaccatura tra i Telegrafo (vicini agli Strisciuglio) ed i Misceo consentendo la “conquista territoriale” della realtà criminale insistente in quel comune. Proprio a Palo del Colle tra l’altro gli Strisciuglio avevano concentrato la loro potenza criminale grazie ad un referente capace di contrastare le ingerenze di una contrapposta organizzazione bitontina operante anch’essa in quell’area nel settore illecito degli stupefacenti. Anche a Noicattaro (BA) non si esclude possa essere in atto una contesa per il controllo del territorio tra le consorterie della realtà barese.

Per quanto riguarda il clan PARISI le attività di analisi e di indagine confermerebbero la presenza in provincia della consorteria di Japigia nel comune di Gravina in Puglia con il tramite del gruppo satellite FIORE-RISOLI in collegamento con i MANGIONE-LOGLISCI, che sarebbero attivi nel settore degli stupefacenti. Proprio in quel territorio dell’Alta Murgia l’operazione “Coppia di regine” ha evidenziato le cointeressenze del primo gruppo con le consorterie criminali lucane svelando l’esistenza di 2 distinte organizzazioni una con base operativa ad Irsina (MT) e a Gravina in Puglia (BA), entrambe attive nel traffico di sostanze stupefacenti e gestite da un referente di rilievo nel contesto delinquenziale barese affiliato al clan FIORE-RISOLI.

Altre recenti attività investigative hanno messo in luce l’influenza del clan PARISI nel comune di Monopoli dove il tentativo di espansione da parte di un pregiudicato “veterano nel campo degli stupefacenti” potrebbe generare contrasti stante le medesime mire espansionistiche su quel territorio e sul limitrofo comune di Polignano a Mare del gruppo LAMANNA. L’assunto trova conferma nell’inchiesta “Pulchra”57 del 5 giugno 2021 i cui riscontri investigativi avrebbero delineato i tratti distintivi di una fiorente attività di spaccio anche a Mola di Bari attraverso il ruolo preminente di un elemento che nonostante agli arresti domiciliari dirigeva e coordinava le operazioni di approvvigionamento e di successiva destinazione allo spaccio della sostanza stupefacente mediante pusher alle sue dirette dipendenze. Fra i fornitori di droga figura anche un soggetto di Triggiano (BA) legato al clan PARISI.

Significativa per le dinamiche criminali di questa compagine mafiosa è soprattutto la carismatica figura di un noto pregiudicato di Cassano delle Murge, che in tutta l’Area Murgiana e nei comuni di Gioia del Colle, Valenzano e parte di Adelfia con l’ausilio di un referente territoriale dei Parisi avrebbe affiliato numerosi pregiudicati dei comuni limitrofi già rientranti nella sfera di influenza degli ex clan Stramaglia e Di Cosola. La sua influenza è particolarmente sentita anche nel comune di Sannicandro di Bari (BA) dove l’organizzazione criminale locale fa capo ad un noto pregiudicato capace di gestire gli affari illeciti anche dal carcere.

In questo scenario si colloca l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 2 soggetti, gravitanti nell’orbita del clan Parisi, ritenuti responsabili di un tentato omicidio consumato a Sannicandro di Bari (BA) nel 2019. A Valenzano (BA) il  pregiudicato di Cassano delle Murge (BA), già a capo della locale articolazione dell’ex clan STRAMAGLIA ed attualmente confluito nel sodalizio Parisi, gestirebbe gli affari illeciti con il tramite di un referente arrestato il 5 marzo 2021 dalla Guardia di finanza per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Il delicato e dinamico contesto criminale nel comune è segnato anche dalla presenza di un personaggio di elevato spessore del clan Capriati che a scarcerazione avvenuta il 19 maggio 2021, ha stabilito la sua residenza proprio in quel territorio. In tale situazione conflittuale è verosimile che vada inquadrato il recentissimo tentato omicidio del 26 ottobre per il quale è stato arrestato.

Qualificati referenti dei Parisi sono attivi anche nei comuni di Altamura, Valenzano, Adelfia, Gioia del Colle, Acquaviva delle Fonti, Capurso, Casamassima e Cellamare. In questi ultimi due comuni l’influenza del clan Parisi – Palermiti si esprime attraverso la presenza di un elemento ammesso alla detenzione domiciliare il 6 marzo 2021. Qualificati referenti dei CAPRIATI ma anche dei MERCANTE-DIOMEDE, si ritrovano nei comuni del nord barese – Molfetta, Giovinazzo, Ruvo di Puglia, Terlizzi, Triggiano, Corato e Palo del Colle.
A Corato sembrerebbero temporaneamente regredite le mire espansionistiche del clan CAPOGNA di Andria originatesi a seguito dell’alleanza con i CAPRIATI. Rileva in tale contesto il provvedimento di fermo di indiziato di delitto eseguito il 31 maggio 202170 di un elemento contiguo al clan andriese che unitamente ad altri soggetti avrebbe preso parte ad un’associazione per delinquere armata finalizzata ai furti di autovetture e operante tra le province di Bari, BAT e Foggia. Sempre con riferimento al clan CAPRIATI la capacità del sodalizio mafioso di interagire con gli apparati politico-amministrativi sarebbe emersa dall’indagine che il 24 aprile 2021 ha messo in luce un sistema di corruzione in atti giudiziari con il coinvolgimento di un appartenente all’ordine giudiziario del capoluogo pugliese e un avvocato del Foro di Bari.

Le indagini hanno evidenziato “un patto corruttivo” in forza del quale un noto elemento del clan DELLO RUSSO egemone nel comune di Terlizzi (BA) beneficiava di indebiti “provvedimenti de libertate” nell’ambito del procedimento penale “Anno zero” (2019). Rimanendo in tema di accordi illeciti di matrice corruttiva significativa è l’operazione “Fantasia al potere”73 dell’8 giugno 2021 che ha visto coinvolti tra gli altri pubblici ufficiali e amministratori incardinati nell’organigramma del Comune di Molfetta (BA). Ruoli di primaria importanza sarebbero stati svolti da un assessore e da un funzionario che traevano plurime utilità dagli operatori economici ai quali venivano illecitamente aggiudicati gli appaltii. In tutta la provincia la principale fonte di introiti per i clan continua a essere rappresentata dai 69 Il 13 Gennaio 2021, a Putignano (BA), i Carabinieri hanno eseguito due distinti ordini di custodia cautelare, emessi entrambi l’11 gennaio 2021 dal Tribunale di Bari, nei confronti di 9 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo di estorsione, consumata e tentata aggravata del metodo mafioso, rapina e lesioni personali aggravate. Nel settore diverse sarebbero le modalità operative che confermano la capacità dei gruppi criminali di portare a termine i propri obiettivi, senza escludere proficue collaborazioni con le consorterie albanesi. Nello specifico l’operazione “Coffe Shop” dell’8 giugno 2021 ha documentato una fiorente attività di spaccio posta in essere nel comune di Locorotondo (BA attraverso approvvigionamenti e successive cessioni anche a domicilio di sostanze stupefacenti.

Le indagini hanno consentito di delineare un contesto criminale costituito da una fitta rete di pusher legati da vincoli di parentela dediti alla vendita di cocaina ed eroina presso una palazzina popolare adibita a market della droga ove gli acquirenti si recavano anche negli orari del coprifuoco imposto dalla normativa anti-covid 19. Sarebbe emersa in particolare l’indole violenta del gruppo i cui componenti erano soliti minacciare di ritorsioni e pestaggi i clienti insolventi ai quali veniva prospettata la possibilità di costringere i parenti a prostituirsi per reperire il denaro necessario a sanare il debito. Per soddisfare la “domanda” i pusher effettuavano trasferte quasi giornaliere a Taranto, ove acquistavano cocaina che successivamente immettevano nella piazza di Locorotondo (BA).

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