La Salute mentale in Italia è passata dall’essere “cenerentola dell’Ssn” a “fantasma nel Pnrr che neanche menziona la salute mentale”. E’ la denuncia che arriva dal Coordinamento nazionale dei direttori dei Dipartimenti di salute mentale (Dsm) italiani, riuniti a Roma per la V Conferenza nazionale.
Per il Coordinamento “nascosto tra le pieghe” del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), “anche il pericolo che i servizi di salute mentale diventino ‘serbatoio’ di risorse umane per la creazione di Case di Comunità e Ospedali di Comunità, mancando fondi per il personale”. Questo mentre “la salute mentale degli italiani è stata letteralmente travolta da guerra e pandemia, che hanno moltiplicato esponenzialmente il disagio psichico”, con “un aumento di patologie psichiatriche gravi (+30% negli adolescenti di disregolazione emotivo-affettiva, autolesionismo, violenza, uso di sostanze, depressione, e + 70% di disturbi del comportamento alimentare nei minori), delle persone bisognose di cure, come i migranti forzati, dell’abuso di sostanze, da cannabis a cocaina”, sottolineano Giuseppe Ducci, portavoce del Coordinamento nazionale dei Direttori dei DSM italiani, con Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società Italiana di Psichiatria (SIP).
Eppure, spiega Ducci, “nessun fondo è previsto per la salute mentale nel Pnrr, che ad essa non fa nessun riferimento, e assegna 15,63 miliardi (Missione 6, Salute) destinati alla sanità, a interventi, soprattutto strutturali, per la creazione di Case della Comunità, Ospedali di Comunità, Centrali Operative Territoriali e telemedicina, innovazione tecnologica e digitalizzazione dell’Ssn”.
Intanto già oggi l’Italia “si attesta nelle ultime posizioni in Europa per percentuale della spesa sanitaria” in Salute mentale, evidenzia il Coordinamento, che definisce il ‘bonus psicologo’ una “mancia demagogica inutile” e sollecita “risorse adeguate per sopperire alla carenza del personale” e “il coinvolgimento attivo dei Dsm negli interventi previsti nel Pnrr”.