Prosegue senza alcuna sosta la guerra in Ucraina. Mentre da una parte i bombardamenti da parte della Russia vanno avanti senza tregua, Kiev si prepara a controbattere e, nel timore di dover contrastare attacchi chimici, è tornata a chiedere armi.
Nel frattempo, nelle scorse ore, il presidente russo, Vladimir Putin, ha chiuso i negoziati accusando gli ucraini di aver spinto questi ultimi verso un vicolo cieco. Sarebbero loro, secondo i presidente, ad aver creato “difficoltà a portarli a un livello accettabile”. Putin ha precisato che l’operazione andrà avanti finché non ci saranno negoziati accettabili. Sempre Putin ha bollato come false le notizie sui massacri di Bucha. “Comodo unirsi attorno al concetto di aggressione russa e servire così gli Usa” – ha dichiarato aggiungendo che tra gli obiettivi c’è ancora quello di proteggere il Donbass: “accadrà, non ci sono dubbi. La Russia è pronta a cooperare con tutti i partner che lo desiderano, non si chiuderà, è impossibile isolarla”.
A Bucha, nel frattempo, sono stati trovati sino ad ora 403 corpi di civili uccisi nei giorni dell’occupazione russa. Il numero però, secondo quanto dichiarato dal sindaco della città, Anatoliy Fedoruk, crescerà ancora. Dall’inizio della guerra, invece, a Severodonetsk, nella regione orientale ucraina di Lugansk, nel Donbass, sono state trovate circa 400 sepolture di civili.
Nelle scorse ore Zelensky, in occasione di un incontro con il Parlamento lituano, ha dichiarato che “Se non c’è ancora una definizione chiara sul gas russo, allora non ci può essere certezza che l’Europa abbia una volontà comune per fermare i crimini militari russi per costringere la Russia alla pace” aggiungendo che “occorre compiere ogni sforzo per garantire che la risposta dell’Europa sia forte e consolidata”. Poi, ha chiesto le armi avvertendo gli alleati “chi non ci aiuta si assume le responsabilità dei morti ucraini”.