Avrebbero speculato sul periodo dell’emergenza sanitaria, in particolare del lockdown, stipulando contratti con le Asl pugliesi che prevedevano forniture di centinaia di migliaia di mascherine Ffp2 e Ffp3 con rincari dal 41 al 4.100%.
Manovre speculative sul mercato, tentata truffa aggravata e frode in pubbliche forniture, sono questi i reati per i quali la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque imprenditori. L’udienza preliminare inizierà il prossimo 20 maggio dinanzi alla gup del Tribunale di Bari, Paola Angela De Santis.
Secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di finanza, coordinate dal procuratore Roberto Rossi, nel periodo del lockdown sarebbero stati applicati sovraprezzi via via crescenti nel corso dei diversi passaggi della filiera commerciale. Le mascherine, alcune del valore di 20 centesimi l’una, erano vendute anche a 20 euro ciascuna.
La Guardia di Finanza, ha inoltre accertato che alcune società avevano stipulato un contratto per la fornitura di 500mila mascherine e analoghi dispositivi di protezione individuale senza avere la materiale disponibilità dei dispositivi al momento dell’offerta, cosiddetta vendita allo scoperto. Ragion per cui ne furono consegnate solo 50mila con ricarichi sul prezzo che imponevano sul mercato un prezzo “progressivamente maggiorato e largamente superiore a quello ordinario di vendita praticato prima dell’emergenza, applicando prezzi fuori mercato e ricarichi sino al 41,38”.
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