Morì in strada dopo un malore, i famigliari denunciarono i ritardi dei soccorsi in quanto l’ambulanza arrivò dopo oltre 50 minuti. La Procura di Bari ha chiesto l’archiviazione per due persone indagate con l’accusa di omicidio colposo.
Si tratta in particolare di un medico e un operatore del 118. La Procura, nello specifico, ha ritenuto che, essendosi trattato di “morte improvvisa”, come accertato dai medici legali, “solo un intervento fortuitamente istantaneo avrebbe permesso alla donna di salvarsi. Pertanto, nonostante il comportamento “omissivo e negligente” degli indagati, l’esecuzione di procedure di rianimazione non eseguite, secondo la Procura, non avrebbe cambiato in alcun modo il corso degli eventi.
Lo stesso per il più tempestivo intervento del 118, arrivata sul posto dopo un’oretta. Il fatto risale in particolare al novembre del 2020. La donna, 68enne, era seduta su una panchina nel centro di Noci, quando fu colta da un malore. In attesa dell’ambulanza, un medico di base in pensione, trovatosi lì per caso, la soccorse, rifiutandosi però di utilizzare il defibrillatore disponibile nella piazza. Quando, dopo 50 minuti, arrivò il 118, a bordo mancava il medico in quanto l’operatore che aveva risposto alla chiamata di soccorso aveva assegnato all’intervento un codice giallo, non rosso.
Passarono altri 30 minuti prima che arrivasse un medico, il decesso fu dichiarato alle 21.05. Secondo gli accertamenti effettuati successivamente dai tecnici disposti dal pm che si è occupato di coordinare le indagini, in quelle condizioni cliniche, i medici avrebbero dovuto defibrillare entro 5 minuti per avere una percentuale di sopravvivenza del 50%, “percentuale che si riduce del 10% per ogni minuto di ritardo del primo soccorso” – ha sottolineato la Procura. E’ per questa ragione che la stessa ha ritenuto “non ravvisabili profili di responsabilità” in quanto “non è stata evidenziata una relazione di causa effetto tra il comportamento, sia pure inidoneo, degli indagati e l’evento morte”.
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