Incalza la protesta contro la pista in corso Vittorio Emanuele. Prosegue infatti la raccolta firme per dire no al “riposizionamento” della pista ciclabile light sul tratto. Anche questa mattina, l’associazione BariEcoCity, ha continuato a sensibilizzazione al tema con l’obiettivo di non permettere al Comune di ridisegnarla o, in alternativa, di spostarla in un luogo più sicuro perché, sottolineano, nel corso del tempo “si è rivelata pericolosa”.
Ad oggi, a pochi giorni dall’avvio della petizione, nata in seguito ai lavori in cui il Comune ha provveduto a riasfaltare corso Vittorio Emanuele, sono circa 300 le firme raccolte. Sino a poche settimane fa, sul tratto, era stata prevista in zona una sezione stradale riconvertita a pista ciclabile. Per i cittadini però quella sezione, ubicata su entrambi i lati della carreggiata, già presente prima dei lavori, si era rilevata pericolosa sia per i ciclisti, sia per gli automobilisti. A preoccupare soprattutto l’apertura degli sportelli auto dal lato passeggere delle vetture in sosta, pericolosi per chi transita sul percorso ciclabile, oltre al posizionamento sulla pista di numerosi cassonetti rifiuti di grandi dimensioni. Ma non solo.
Secondo l’associazione, sostenuta in questa battaglia da diversi cittadini e commercianti, corso Vittorio Emanuele, essendo una strada particolarmente trafficata e congestionata, pertanto interessata da numerose intersezioni, è poco adatta ad essere destinata a pista ciclabile. Ragion per cui, approfittando della riasfaltatura e della momentanea cancellazione della pista, avevano proposto di spostare in adiacenza della carreggiata stradale del lungomare di Bari, avente inizio dalla zona “Spiaggia Torre Quetta” e fine nella zona “Spiaggia San Francesco”.
Oggi, corso Vittorio Emanuele, per via dei lavori, si presenta momentaneamente senza la pista ciclabile, ma così come confermato dal Comune, quest’ultima si farà. Questo però non ferma l’associazione che giovedì prossimo, nello specifico il 14, presenterà in Comune la raccolta firme nel tentativo di spiegare le motivazioni che hanno portato ad avviare la raccolta firme e, inoltre, di provare a cambiare le cose.
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