Prosegue senza alcuna traccia di tregua il conflitto in Ucraina. Le città sono sotto assedio e continua a crescere il bilancio dei morti, soprattutto tra i civili, continua crescere. Sono molte le città sotto le macerie, a Mariupol, di cui ormai resta poco e niente, si aggiunge Borodyanka dove al momento, ci sarebbero circa 200 civili sotto le macerie. Lo ha dichiarato il sindaco Georgiy Erko.
“Ci sono i corpi di circa 200 civili sotto le macerie dei palazzi colpiti a Borodyanka dai bombardamenti russi. Il 24 febbraio siamo stati la prima città ad essere bombardata. Stiamo cominciando adesso a portare via i corpi perché i russi non ce lo hanno permesso fino a quando c’è stata l’occupazione. Ci hanno detto che potevamo evacuare ma sparavano a chiunque uscisse in strada, affiggendo cartelli affinché restassimo in casa e disegnando il simbolo dell’occupazione ovunque” – ha dichiarato. Il difensore civile ucraino Lyudmila Denisova ha invece dichiarato che ci sono stati numerosi casi torture di civili nei territori liberati dagli occupanti.
Inoltre, nella città di Pologi, situata nella regione di Zaporizhia, nell’Ucraina sud-orientale, i soldati russi hanno sequestrato e minato un ospedale distrettuale, il Central District Hospital. Secondo quanto emerso nelle scorse ore, la Russia ha l’intenzione di uccidere più civili possibili. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky che nel corso di un colloquio con l’Onu ha chiesto garanzie ricordando che “proposito di questa organizzazione è garantire la pace” mentre la Russia, ha sottolineato “porta avanti azioni terroristiche e sta commettendo i peggiori crimini di guerra”.
Intanto il Cremlino non esclude la possibilità che ci possa essere un incontro tra il presidente russo, Vladimir Putin e quello ucraino. Questo però solo dopo che si sarà trovato un accordo su una bozza di intesa. Lo rende noto l’agenzia Tass, anche se Zelensky in mattinata aveva messo in dubbio un probabile faccia a faccia. Nel frattempo proseguono le sanzioni. L’Italia ha espulso 30 diplomatici russi per motivi di sicurezza nazionale.
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