Quest’anno la Puglia dovrà dire probabilmente addio all’arrivo dei turisti russi. C’è il rischio infatti della perdita nella nostra regione dei 106mila vacanzieri dalla Russia, che generavano un flusso turistico importante prima della pandemia e prima del il conflitto scoppiato in Ucraina e delle sanzioni imposte dall’Ue.
“Per la Puglia si tratta di una perdita sensibile – spiega la Coldiretti – anche perché i visitatori da questo paese hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa. I turisti russi scelgono in Puglia gli alberghi con 70mila presenze, ma anche gli esercizi extra alberghieri con 37mila presenze, secondo i dati dell’Osservatorio turistico di Puglia Promozione, con le masserie storiche degli agriturismi immersi nelle campagne pugliesi che sono ritenuti meta di eccellenza per i vacanzieri russi per la qualità dei servizi, l’offerta enogastronomica e la bellezza delle strutture e dei paesaggi.
La Puglia – sottolinea la Coldiretti regionale – è fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico con oltre 3,8 milioni di pernottamenti di turisti stranieri che la scorsa estate hanno dovuto rinunciare a venire in Puglia per effetto delle limitazioni e alle preoccupazioni per la diffusione del contagio. L’assenza di stranieri in vacanza in Puglia grava sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché – sottolinea Coldiretti Puglia – i turisti dall’estero da paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa.
La mancanza di vacanzieri si trasferisce peraltro a valanga sull’insieme dell’economia per le mancate spese per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Ma l’allargamento delle maglie sul green pass – precisa la Coldiretti regionale – ha un impatto positivo a cascata sull’intera filiera agroalimentare, dalle industrie alle aziende agricole, dopo che il crollo in Puglia delle attività di 20mila bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi dove cibo e vino trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – ricorda la Coldiretti Puglia – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato ma ad essere stati più colpiti sono i prodotti di alta gamma dal vino ai salumi, dai formaggi fino ai tartufi.
La mancanza di vacanzieri si è trasferita a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per alimentazione, alloggio trasporti, divertimenti, shopping e souvenir”.