La disfatta della nazionale italiana alle qualificazioni per i mondiali del 2022 in Qatar, è probabilmente il punto più basso toccato dagli azzurri della gestione Mancini. L’Italia non giocherà una partita della coppa del mondo per almeno 12 anni. Uno smacco troppo grave da poter accettare a cuor leggero per una nazionale gloriosa come quella azzurra che può vantare di ben 4 stelle sul petto, in questa competizione, oltre che due europei, l’ultimo dei quali vinto soli pochi mesi fa a Wembley.
L’Europeo vinto forse è stato un palliativo dannoso che non ci ha permesso di riflettere e modificare i problemi strutturali del nostro calcio che persistono ormai da troppi anni.
Il calcio italiano ha l’urgente necessità di dover ripartire. Ma da dove ripartire e come? Meglio fare tabula rasa e ristrutturare da zero, oppure trattenere gli elementi validi e basare la rifondazione da ciò che va bene?
Trovare delle risposte ovviamente è un compito arduo, quel che possiamo fare è cercare di guardarci intorno e capire quali siano i modelli da imitare, da chi prendere spunto e cercare di analizzare al meglio i nostri errori per capire quali sono stati i punti di forza che ci hanno portato alla vittoria del trofeo di Euro2020 e quali sono i nostri talloni d’Achille che ci hanno portato all’esclusione dal mondiale che si terrà quest’inverno.
Spazio ai giovani
Guardando le altre nazionali ciò che spicca agli occhi è la presenza stabile dei giovani nelle formazioni titolari. All’estero i giovani vengono visti come una risorsa a cui dare fiducia. Prima di investire milioni su un calciatore pronto, prima si cerca di dare la possibilità ad un ragazzo della primavera nel ruolo in cui si ha la necessità; nel momento in cui non si dimostri adatto allora si vira su un calciatore più esperto e si investe sul mercato.
In Italia il primo passaggio spesso viene saltato perché si reputa di non aver tempo per poter far crescere un giovane. Si pensa che non ci si possa permettere di aspettare le qualità di un ragazzo, gli eventuali sbagli commessi non possono essere accettati perché bisogna vincere. Nella maggior parte dei casi questo tipo di ragionamento non solo viene fatto dalle “big” del nostro campionato, ma anche dai club di medio-bassa classifica. Per raggiungere la salvezza, infatti, queste ultime si affidano a giocatori esperti e quando si acquista un giovane lo si acquista da un altro campionato dove ha avuto la possibilità di mettersi in mostra.
Su portali come www.bet-italia.eu ci sono tutti i dati sull’inserimento dei giovani per ogni squadra dei principali campionati europei. Analizzando i dati possiamo notare che i giocatori francesi, tedeschi, spagnoli, inglesi e portoghesi esordiscono nel loro massimo campionato molto prima rispetto ai nostri.
Gli esclusi
I giocatori che oggi sono giovani e sono stati esclusi dalle convocazioni potrebbero essere i veterani del futuro. Calciatori come Zaniolo, Zaccagni, Scamacca non sono più giovanissimi esordienti, ma sono stati trattati come tali nonostante fossero punti di riferimento inamovibili nelle proprie squadre. Nelle prossime convocazioni la base della rifondazione azzurra dovrà partire dai loro talenti. Giocatori tecnici e carismatici che con il loro talento sono in grado di accendere la partita con un guizzo da un momento all’altro.
Investimenti
L’Italia è uno dei paesi che investe di meno nel calcio. Il campionato di Serie A è il campionato con gli stadi più brutti e vecchi d’Europa. In Spagna, in Germania e in Inghilterra c’è un continuo rinnovamento delle infrastrutture. Ma perché investire sugli stadi dovrebbe portare benefici sul piano tecnico?
Spesso in Italia i maggiori stadi dove le nostre squadre giocano non sono neanche degli stadi adatti per giocare a calcio. Basti pensare allo stadio Olimpico di Roma, uno stadio costruito per le olimpiadi dove c’è la pista di atletica che allontana tantissimo i tifosi dal campo dove spesso necessita immaginare cosa succede dall’altra parte del campo. Uno stadio consono attrarrebbe più persone e più persone sono una spinta in più per la squadra in campo, generano maggiori introiti economici e valorizzano lo spettacolo.