Sull’organizzazione del sistema di accoglienza delle famiglie ucraine in fuga dalla guerra, il Consiglio nazionale dell’Anci riunito oggi a Roma ha approvato all’unanimità un ordine del giorno nel quale si chiede che “in ossequio allo spirito di leale collaborazione tra le istituzioni, che ha da sempre informato l’azione dei Sindaci, venga definito dalle Regioni un comportamento uniforme di adozione del modello dell’emergenza, onde evitare situazioni eterogenee e a macchia di leopardo che potrebbero vanificare o indebolire l’efficacia del sistema di accoglienza che storicamente si fonda su un modello diverso da quello individuato nell’ordinanza di Protezione Civile”.
L’ordine del giorno Anci cita il modello dell’emergenza definito dall’ordinanza di Protezione civile numero 872 del 4 marzo, “che fa riferimento solo ai compiti di coordinamento delle componenti e delle strutture operative del servizio nazionale e dei sistemi regionali. Questa impostazione, con riferimento all’accoglienza, attribuisce ai prefetti e alle Regioni la centralità operativa per fronteggiare l’emergenza, affidando solo in via sussidiaria un ruolo ai sindaci”.
L’Anci nota che “alcune Regioni, senza alcun tipo di coordinamento tra loro, stanno adottando decreti di nomina dei sindaci quali soggetti attuatori per tutte le attività di natura socio-assistenziali in favore della popolazione ucraina accolta nel territorio comunale. I sindaci – prosegue l’ordine del giorno approvato – non condividono l’impostazione generale che sottende l’ordinanza n.872 e tuttavia ribadiscono la loro disponibilità a contribuire in modo determinante, così come hanno sempre fatto negli ultimi due anni di emergenza sanitaria, a far sì che anche in un momento così drammatico il “sistema Paese” dispieghi tutte le energie migliori per offrire assistenza e accoglienza ai profughi”.