Immaginate una mattina di svegliarvi e trovare sulla vostra mail un messaggio di Facebook in cinese. Non capire nulla ovviamente, se non che c’è qualche problema che arriva direttamente da Napoli (l’unica parola scritta in italiano nel messaggio). “Sono riuscita solo ad impostare nuovamente, e non so come, la lingua italiana, – ci ha raccontato una nostra lettrice barese vittima dell’hackeraggio, – e capire che qualcuno aveva modificato la password e la mail del mio account, convertendo la lingua in cinese, in modo che per me fosse più complicato recuperarle. Praticamente non puoi più fare nulla”.
Facebook ti dà un’unica possibilità sul momento: bloccare il profilo e non poterci più accedere. Devi dimostrare che l’account sia effettivamente tuo e non dell’utente di Napoli. “A dir la verità vieni presa un po’ dal panico e dallo sconforto. Qualcuno ha violato la tua privacy. Non sai per quale motivo e quali possono essere le sue reali intenzioni. Io tra l’altro sul social ci lavoro” – spiega la lettrice.
“Faccio un giro di telefonate tra amici più esperti. Cerco su Google altre esperienze. La soluzione c’è”. E in effetti è così. C’è da ricordare che Facebook non ha un call center, non ha una mail di servizio. Non si può contattare nessuno direttamente. Ha però un sistema super efficiente che ti guida alla soluzione di qualsiasi problema tu possa riscontare. “Facebook – continua la lettrice – mi chiedeva di inviare dei documenti di identità. Ma non capivo per quale motivo non accettava la mia carta di identità. Ho ripetuto così tante volte, in pochi minuti, l’operazione che Facebook mi ha intimato a non ripeterla più. Praticamente mi ha bloccata. Solo dopo sono venuta a conoscenza dell’esistenza di un algoritmo del social: se effettui in modo veloce e nel giro di poco tempo sempre la stessa operazione, per motivi di sicurezza te lo impedisce per un tot di giorni che però non ti vengono comunicati. Oltre il danno la beffa. Ho aspettato 10 giorni. Ho nuovamente inviato la carta di identità che ancora non veniva accettata. Ho provato una sola volta con la patente di guida e nel giro di un secondo mi è arrivato un messaggio: ‘grazie per averci aiutato a confermare che l’accesso a questo account è autentico’.”
Insomma, l’applicazione ritiene un solo documento valido: quello che avete inviato quando vi si chiedeva l’autentificazione del profilo. La mal ricevuta guidava la nostra lettrice con vari passaggi a ritornare in possesso del suo account.
I più esperti consigliano per ovviare a questi spiacevoli inconvenienti “l’autenticazione a due fattori”. E’ semplice impostarla. In questo modo per entrare sul tuo profilo non solo serve la password ma anche un codice che arriva direttamente sul tuo cellulare. Tutto risolto quindi per la nostra lettrice, tranne che nel frattempo da Napoli arrivano sulla sua mail messaggi pubblicitari contenenti quasi sicuramente dei virus.