Da 22 a 14 anni e sei mesi di reclusione. E’ la decisione della Corte di Assise di Appello di Bari che ha ridotto la condanna inflitta in primo grado, dalla Corte di Assise di Trani, nei confronti di un 46enne di Molfetta. L’uomo è imputato per l’omicidio premeditato di un 47ene ucciso con due colpi di pistola nel luglio del 2019.
Ad oggi, l’imputato, dopo un periodo di detenzione in carcere, si trova agli arresti domiciliari per motivi di salute. Era titolare di un bar che la vittima frequentava per giocare alle slot machine installate all’interno di un locale. Secondo quanto ricostruito dall’accusatoria, condivisa dai giudici, il gestore, il giorno dell’omicidio, avrebbe aspettato l’uomo sulla porta di ingresso impugnando l’arma già caricata la sera precedente sparandogli almeno tre colpi (uno in aria, due all’altezza del torace) al culmine di un breve litigio.
Il movente, come dichiarato dallo stesso gestore del bar, sarebbe legato al comportamento aggressivo e minaccioso dell’uomo che “oltre a non pagare le consumazioni pretendeva la restituzione del denaro che perdeva ai video poker, circa 100 euro ogni volta”. I giudici dell’appello, confermata la responsabilità dell’imputato, pur riducendone la pena per riconoscimento delle attenuanti generiche prevalenti, hanno confermato la condanna al risarcimento nei confronti delle costituite parti civili, ovvero la moglie, i figli, la madre e i fratelli della vittima.
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