Era stata fatta una procedura d’urgenza per dedicare una rotonda di San Girolamo a Paola Labriola, la psichiatra barese uccisa da un paziente, il 4 settembre 2013, con 57 coltellate nel centro di salute mentale di via Tenente Casale, nel quartiere Libertà.
Una lettera del Comune di Bari era arrivata a suo marito, Vito Calabrese, per annunciare la decisione di Palazzo di Città. Era pronta anche la targa coperta dalla plastica e già montata sulla rotonda. Poi i lavori del water front e della targa e dell’intitolazione ufficiale, si è persa ogni traccia. “Non ho avuto più notizie di quell’area che doveva essere intitolata a Paola, spiega a Borderline24 il marito della donna. Io – prosegue Calabrese – non pretendo nulla. Mi dispiace soltanto che la città di Bari non le abbia reso onore, dedicandole una via o una piazza”.
Calabrese, a lungo in silenzio sulla vicenda, è intervenuto ieri sulla bacheca del sindaco Antonio Decaro che annunciava che saranno individuati otto luoghi nella città dedicati ad altrettante donne. E proprio commentando quel post, l’uomo ha scritto: “A mia moglie era stata dedicata una piccola rotonda a San Girolamo, poi eliminata dal ridisegno del waterfront. E adesso?”.
“Dispiace molto – racconta ancora Calabrese a Borderline24 – che a Noicattaro ci sia una via dedicata a mia moglie, mentre a Bari, dove Paola ha prestato servizio sino a morire, non ci sia. E, almeno per il momento, non ci sia neanche intenzione di farlo”.