Battaglia nella notte tra truppe russe e ucraine in prossimità della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande centrale d’Europa da cui arriva circa il 35% dell’energia dell’Ucraina. Si è evocato lo spettro di una nuova Chernobyl, ma per il momento nessuna fuga radioattiva è stata rilevata. Gli scontri infatti hanno provocato un incendio limitato alle strutture periferiche dell’impianto e non si sono estese al strutture principali del reattore nucleare.
Zelensky punta il dito contro Mosca, accusata di usare come arma il “terrore nucleare”, colpendo, come nessuno aveva mai osato fare nella storia dell’umanità, una centrale atomica.
Nel cuore della notte, gli appelli a cessare immediatamente i combattimenti attorno alla centrale, sono arrivati dal presidente Usa Joe Biden, che ha parlato al telefono con il leader ucraino, come ha fatto anche il premier britannico, Boris Johnson, che ha detto di voler convocare d’urgenza il Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Intanto si è chiuso con un nulla di fatto il nuovo tentativo di colloqui diretti Ucraina-Russia, se non per l’unico accordo sull’apertura di corridoi umanitari per evacuare i civili. La guerra è ripresa con vigore durante la notte, soprattutto sul fronte sud.