Ogni ora che passa è un incubo per gli italiani rifugiati a Kiev, bloccati dall’attacco russo, in scantinati o residenze, cercando di proteggersi ogni volta che si sente un tumore frastornante. Sono circa cento quelli che si sono radunati in un solo posto. Sono famiglie, con 8 bambini e 8 neonati. E la paura è tanta. L’appello all’Italia resta inascoltato.
“Abbiamo saputo che francesi e spagnoli sono riusciti ad andare via su bus e traghetti – ci raccontano – noi siamo qui ad aspettare cosa? Ci sono bambini piccoli fra noi. Vogliamo tornare nel nostro paese ma non sappiamo come”. Sono tutte persone che non hanno potuto lasciare prima l’Ucraina, lo avrebbero fatto subito, senza pensarci due volte. “Mai avremmo fatto passare ai nostri figli questo. Il silenzio dell’Italia è assordante”. Il timore è anche per il cibo, per il latte ai piccoli. “Stiamo sperando che non finisca”.