Questa mattina, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comado Provinciale di Bari hanno eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca, emesso dal GIP di Bari su richiesta della Procura della Repubblica di Bari-Direzione Distrettuale Antimafia a carico di Domenico Conte, indagato per aver promosso e diretto un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti operante su Bitonto, con l’aggravante delle modalità mafiose.
L’indagine ha condotto, a inizio settimana, all’arresto di 43 persone accusate di appartenere ad un gruppo criminale a capo del quale ci sarebbe proprio Conte. Secondo gli investigatori, nello specifico, l’associazione gestiva due piazze di spaccio: una definita “Zona 167”, in zona via Sandro Pertini e l’altra nel centro storico di Bitonto, in via Arco Cristo, all’interno del quadrilatero conosciuto come “Zona del Ponte”. Reati per i quali, a Conte, è stata recentemente emessa una misura di custodia cautelare in carcere emanata dal GIP del Tribunale di Bari.
Il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità dell’interessato e della sua famiglia è di circa 300 mila euro. Quest’ultimo è composto nello specifico da dieci rapporti finanziari, due autovetture e dall’appartamento ubicato proprio in Via Sandro Pertini. Si tratta, nel dettaglio, di un immobile di edilizia popolare occupato senza titolo, completamente ristrutturato, fino a farne una lussuosa dimora dotata di ogni confort, arredata con mobili e oggetti di ingente valore, nonché munito di un reticolato di telecamere per controllare l’area.
Il provvedimento, accoglie la proposta della Dda della Procura della Repubblica di Bari, formulata sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Sezione specializzata del Reparto Operativo di Bari (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) che hanno ricostruito sia la carriera criminale del proposto sia gli introiti dell’intero nucleo familiare, fornendo un corposo quadro indiziario in ordine all’illecita provenienza della sua ricchezza, accumulata negli ultimi 10 anni e che costituirebbe il compendio del traffico di droga.
“L’importante risultato odierno – hanno spiegato in una nota i carabinieri – frutto della sinergia di intenti tra la magistratura e le componenti investigative, rappresenta un’ulteriore conferma che la criminalità organizzata va contrastata non solo attraverso un’assidua opera di prevenzione e di repressione, ma anche attraverso attente e scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, preziosi strumenti attraverso i quali vanno combattute le nuove, e più subdole, forme di manifestazione delle mafie” – hanno concluso.
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