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Bari, operai senza casco o protezioni: è allarme per la scarsa sicurezza nei cantieri. Vertice in Prefettura

Pubblicato da: Adalisa Mei | Mar, 22 Febbraio 2022 - 13:00

Nei cantieri si continua a morire. Anzi, con la ripresa del settore, con le riaperture dei cantieri post-covid e il rilancio del comparto grazie ai bonus, si muore anche di più. Si muore per caduta dall’alto, e sempre più spesso a farne le spese sono stranieri e anziani.

A Bari la situazione sui cantieri, ma soprattutto della sicurezza dei lavoratori, sembra essere totalmente fuori controllo. Abbiamo fatto un giro di poche ore per la nostra città per renderci conto che su quattro cantieri da noi visitati, in tre i lavoratori sulle impalcature non indossavano il casco di sicurezza. Ciò che è ancora più grave, è che tutto questo è stato riscontrato negli stessi cantieri visitati anche a distanza di giorni. Nessuno o quasi, anche per diversi giorni consecutivi, indossava il casco di protezione. Le foto che abbiamo pubblicato sono solo alcune delle tante che abbiamo scattato.

Bisogna ricordare che la maggior parte degli incidenti è causata proprio dal mancato o non corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuali (Dpi), cioè di quelle attrezzature e strumentazioni che devono essere obbligatoriamente indossate e tenute dai lavoratori al fine di proteggerli contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro. In particolare il casco di protezione della testa rientra tra i Dpi che vanno adoperati nei cantieri. Sono tenuti per legge ad indossarlo “i lavoratori esposti a specifici pericoli di offesa al capo per caduta di materiali dall’alto o per contatti con elementi comunque pericolosi devono essere provvisti di copricapo appropriato. Parimenti, devono essere provvisti di adatti copricapo i lavoratori che devono permanere, senza altra protezione, sotto l’azione prolungata dei raggi del sole”.

Tutto ciò accade quando continuano ad aumentare i cantieri aperti in Puglia grazie al Superbonus 110%. Ma se da una parte il bonus edilizio sta facendo respirare il settore, Nicola Veronico, membro del consiglio di amministrazione del Formedil (Ente unico nazionale per la formazione e la sicurezza in edilizia) si era già detto preoccupato riguardo la qualità delle imprese che affrontano la tematica della sicurezza. “Stiamo purtroppo assistendo all’entrata nel comparto di tante imprese non adeguatamente qualificate che non affrontano il tema della sicurezza come si dovrebbe”, aveva già commentato diversi giorni fa Veronico. “Non è raro, infatti, vedere operai su ponteggi malandati e privi delle più basilari misure di sicurezza su questo tema non possono esserci ambiguità. I morti sul lavoro sono una ferita inaccettabile per il Paese e per ognuno di noi. La sicurezza non può essere un optional, ma deve essere un diritto/dovere per tutti”.

Proprio ieri quindi si è svolta in Prefettura una riunione, presieduta dal Prefetto Antonia Bellomo, con la partecipazione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Roberto Rossi, sul tema  della sicurezza e legalità nel settore dell’edilizia in adesione alla richiesta formulata dai Presidenti dell’Ance e Confcooperative Bari e Bat e della Lega Cooperative Puglia. Sono state raccolte le istanze degli imprenditori del settore edile preoccupati per l’anomalo aumento di iscrizioni di nuove imprese edili a cui non corrisponde un adeguato incremento di lavoratori qualificati e di garanzie di sicurezza nei cantieri. A questo si unisce il rischio  di infiltrazioni della criminalità organizzata nei meccanismi di accesso ai benefici fiscali e/o al sistema degli appalti pubblici legati al Pnrr. Nel corso della riunione è stato tracciato un percorso condiviso che coinvolge le associazioni e gli organi di controllo sul monitoraggio dei cantieri attraverso uno scambio informativo tra i diversi attori istituzionali preposti con la mediazione delle associazioni di categoria. A tal fine si svolgeranno in Prefettura  periodici “tavoli tecnici”.

Dall’ultimo rapporto Inail è emerso che gli infortuni in Italia nei primi 8 mesi del 2021 sono stati 349.449, l’8,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2020, le vittime sono state 751, quasi una ogni 48 ore. Le costruzioni, tra l’altro, restano uno dei settori più colpiti.

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