La filiera edile scende in piazza. Venerdì 18 febbraio, alle ore 10, in piazza Prefettura, imprese, professionisti e committenti si riuniranno in una protesta civile con l’obiettivo di accendere i riflettori sul alcune tematiche.
In particolare, la filiera edile, chiede al Governo l’abolizione dell’articolo 28 del decreto legge del 27 gennaio 2022 n.4 Sostegni-Ter, maggiore celerità nei tempi di liquidazione dei crediti fiscali, il rafforzamento del settore edile con incentivi riguardanti i bonus fiscali con delle regole semplici, definite e antifrodi e, infine, di evitare il blocco dei cantieri al fine di salvaguadare un milione di posti di lavoro creati grazie ai bonus fiscali.
“Oggi – scrivono – assistiamo a cantieri bloccati, imprese ce non riescono a monetizzare crediti d’imposta maturati nei mesi scorsi, cittadini che rischiano di perdere benefici fiscali per lavori che forse non saranno mai ultimati, possibili contenziosi civili tra imprese e cittadini, imprese e banche, cittadini e Stato” – hanno sottolineato evidenziando il rischio che corrono alcune aziende che “nel giro di pochi mesi saranno costrette a chiudere, licenziare o mettere in cassa integrazione i propri dipendenti perché stritolate dagli impegni economici presi senza alcuna certezza”.
“Non possiamo accettare – hanno detto infine – che si generalizzi buttando fango su una categoria senza dire che tra noi prevalgono gli onesti. Noi siamo il motore del paese, esausti e preoccupati perché vediamo il nostro futuro a rischio. Basta con lo stereotipo dell’imprenditore edile ladron che approfitta dei bonus per truffare lo Stato e gli italiani, basta con la storia che i bonus edilizi hanno portato solo truffe e sprechi di denaro pubblico” – concludono.