Forme, colori, tratti sporchi. E’ questa la moda del momento sui muri della città di Bari, ma anche del resto del mondo. Una moda che ha un nome e che ha un popolo di writer che la seguono: è l’anti-style. In una sola notte a Bari sono state devastate corso Cavour, via Davanzati e piazza Cesare Battisti con disegni che mirano a sovvertire i canoni della street art.
L’obbiettivo di un “anti-style” è creare qualcosa di antiestetico, incomprensibile e il più fastidioso possibile per gli amanti dei lettering studiati e puliti. Infatti alla base dell’anti-stile, come si evince dal nome, c’è il totale rifiuto di quelle che sono le regole fondamentali del lettering che hanno guidato generazioni di writer da New York al resto del mondo.
Infatti l’ironia e il gusto per ciò che è brutto ai limiti dell’imbarazzante attira da sempre i promotori dell’anti-stile: per questo spesso le lettere sono accompagnate da figure stupide e ridicole, a metà tra il fumettoso ed il disegno di un bambino. Anche questo non è un caso: molti anti-style cercano di riprodurre i tratti e la bruttezza tipica di un ragazzino alle prime armi con gli spray. Un desiderio di involuzione dello stile, un fenomeno dietro il quale ci sono menti capaci di spingere i graffiti in una nuova direzione.
La storia – Già durante l’epoca d’oro dei graffiti di NY alcuni writer privilegiavano uno stile più crudo e semplificato, ai tempi detto “Ghetto Style”. Negli anni si è poi sviluppato il così detto “ignorant stile” dal cui nome si può intuire che si stessero muovendo i primi passi nella direzione opposta a quella prediletta dalla maggioranza dei writer. Nonostante sia difficile risalire ai primi esempi di vero e proprio anti-style ciò che è certo è che negli ultimi 10 anni il fenomeno ha preso lentamente piede in Europa. Non è una sorpresa che città come Berlino siano al centro della scena Anti-style; risulta più interessante invece osservare che paesi come Russia e Ucraina siano stati investiti da questo movimento.
L’anti-style – Sicuramente non è facile stilare una lista di elementi che delineano questo approccio ai graffiti. Di certo, ce n’è uno che riassume bene tutti gli altri: la volontà di non essere bello. Proprio così, l’obbiettivo di un “anti-style” è creare qualcosa di antiestetico, incomprensibile ed il più fastidioso possibile per gli amanti dei lettering studiati e puliti. Infatti alla base dell’anti-stile, come si evince dal nome, c’è il totale rifiuto di quelle che sono le regole fondamentali del lettering che hanno guidato generazioni di writer da New York al resto del mondo. Le forme, i colori, i tratti sporchi e le composizioni tipiche dell’anti-stile infatti si pongono l’obbiettivo di distruggere l’armonia delle lettere; non è un caso che molti writer vadano in cerca di queste forme grottesche ispirandosi all’estetica dei loghi delle band metal nord-europee e dei tatuaggi tribali anni 90.