Quasi un 65enne su tre che ha contratto il Covid ha sviluppato nuove condizioni mediche che possono riguardare vari organi come cuore, reni, polmoni, ma anche la psiche. Lo rivela uno studio pubblicato sul British Medical Journal e condotto da Ken Cohen, direttore esecutivo di Ricerca Traslazionale presso Optum Labs, a Minnetonka in Usa.
Gli esperti, come si evince dall’Ansa, “hanno utilizzato dati clinici relativi a 133.366 individui cui è stato diagnosticato il Covid-19 prima di aprile 2020. Sono stati confrontati con tre gruppi di persone che non hanno avuto il Covid, uno dei quali con una storia di infezioni delle basse vie respiratorie. E’ emerso che a partire da 29 giorni dalla diagnosi di Covid, il 32% del campione si era rivolto al medico per una o più nuove condizioni mediche insorte, contro l’11% del campione non-Covid, nello stesso anno. Confrontati con il gruppo non-Covid del 2020, il gruppo Covid-19 aveva un rischio aggiuntivo di insufficienza respiratoria (colpite 7,55 persone in più ogni 100 individui), fatica (5,66 persone in più), pressione alta (4,43 persone), un disturbo di salute mentale (2,5 persone in più ogni per 100 individui). Confrontati con il gruppo cui era stata diagnosticata un’infezione respiratoria diversa da quella da virus SARS-CoV-2, le differenze sono però ridotte e riguardano solo l’insufficienza respiratoria, la demenza e la fatica, rispettivamente con 2,39, 0,71, 0,18 persone in più per 100 individui colpite rispetto ai pazienti non-covid. -Questi risultati evidenziano ulteriormente l’ampio spettro delle importanti condizioni di salute dopo l’infezione da SARS-CoV-2-, scrivono i ricercatori”.