Protestano gli infermieri vincitori dell’ultimo concorso della Regione Puglia per la scelta delle Asl di affidare delle sedi a centinaia di chilometri da casa, senza quindi considerare la zona di provenienza. “Il bando di concorso è rigido – scrivono in una nota gli infermieri vincitori di concorso – non concepito sulle necessità e le individualità dei lavoratori, bensì li considera solo numeri, tanti pedini sacrificabili sulla scacchiera della sanità regionale. Ma i professionisti non sono pedine, bensì persone. E aspettarsi un’attenzione nei confronti del lato umano della faccenda non dovrebbe essere visto come la richiesta di un privilegio, perché tale non è”.
“Un vincitore di concorso vanta infatti dei diritti rispetto ad un idoneo, semplicemente perché se li è guadagnati. Che abbia studiato di più, che possieda più titoli o abbia diritto ad una riserva, poco importa; comunque abbia totalizzato il proprio punteggio, di fatto è un vincitore – continua la nota – Ma come questo concorso ha ampiamente mostrato, non basta essere vincitori per realizzarsi lavorativamente e ottenere una stabilità”.
“Del resto – continuano – come si può considerare una piena vittoria aver ottenuto un contratto a tempo indeterminato, se da Lecce vieni spedito all’altro capo della regione, nella provincia foggiana, lasciando a 300 km un marito o una moglie, dei genitori che hanno bisogno di te o dei figli? Difficile non definirla una vittoria di Pirro. Non si tratta di un malcontento che riguarda qualche mosca bianca pretenziosa, purtroppo il numero di coloro che all’indomani della pubblicazione della graduatoria hanno avuto un’amara sorpresa è cospicuo”.
“Operatori sanitari – continua la nota – che hanno prestato servizio prima e durante la pandemia, in molti casi maturando e superando anche i requisiti per essere stabilizzati, con sacrificio ed abnegazione, mettendosi al servizio dei cittadini, venendo spesso ricollocati, affrontando turni massacranti, saltando riposi, rinunciando a del tempo con i propri cari, si sono ritrovati sbattuti in altre città pugliesi senza alcun riguardo non solo per i loro bisogni, bensì anche per le loro professionalità. Perché oltre a cambiare azienda naturalmente cambieranno anche reparto, ricominciando da zero. Così a nulla è valso maturare anche anni di esperienza nel proprio campo. E questo indubbiamente si rifletterà anche sul livello del servizio offerto ai cittadini”.
“Ecco quindi il paradosso: i vincitori vengono assegnati in base alle disponibilità iniziali del bando di concorso, senza possibilità di rettifica o di rivalutazione. O accettano la sede, anche se è a centinaia di km da casa, o decadono in maniera definitiva. O dentro o fuori. Non è stata nemmeno considerata l’idea di mantenere coloro che attualmente erano già impiegati nelle aziende pugliesi al loro posto, nonostante numerosi Direttori avessero scritto alla Direzione Generale auspicando che si agisse in tal senso. Ma quando arriveranno le firme per rendere disponibili i posti ricalcolati secondo i nuovi fabbisogni per le varie aziende pugliesi, ormai i vincitori saranno già smaltiti. Quei posti andranno agli idonei, che potrebbero avere facoltà di scelta. Probabilmente avranno la facoltà di rimanere dove già lavorano. In Puglia insomma, i concorsi conviene non vincerli. Conviene passarli, sì, ma non posizionarsi troppo bene. Sembra un paradosso – concludono – ma idoneo qui è meglio che vincitore. Perché se arrivi millesimo o duemillesimo, magari vieni confermato dove sei. Ma se arrivi quattrocentesimo non varrai niente”.