Innumerevoli sono le vicende di risparmio tradito in Puglia e ancor di più sono i risparmiatori che hanno subito gravi danni dall’attività degli istituti di credito: oltre 69mila i soci della Popolare di Bari, 32mila soci della Banca Popolare Pugliese e più di 39mila soci della Banca Popolare di Puglia e Basilicata che avrebbero subito ingenti perdite economiche con il decremento del valore delle azioni da loro acquistate. Un bilancio tracciato dalle associazioni dei consumatori.
Centinaia di migliaia di risparmiatori, che hanno riposto fiducia nella banca del territorio acquistando azioni, ma oggi sarebbero in ostaggio della stessa banca. “Nessuno di loro intendeva partecipare al capitale di rischio – ci spiega Massimo Melpignano, specializzato in diritto bancario nonché responsabile nazionale “Banca e finanza” dell’associazione consumatori Konsumer Italia, – ma semplicemente sostenere la banca del territorio. Si sono invece scoperti “vittime” di violazioni massive, cioè di violazioni sistematiche e ripetute da parte degli istituti di credito”.
Secondo Melpignano “non sarebbero state quindi rispettate dagli istituti le regole di trasparenza, di correttezza di divulgazione delle informazioni sui prodotti e di diligenza nella prestazione di servizi di investimento. Cioè attività che la banca avrebbe dovuto porre in essere proprio per tutelare i risparmi affidati dai risparmiatori”.
Come spiega a Borderline24 l’avvocato, “le perdite sono state davvero ingenti. Ci sono risparmiatori che hanno perso tutto come gli azionisti della Banca Popolare di Bari. Le loro azioni valgono all’incirca 0.06 euro e alcuni le hanno pagate al massimo della quotazione di 9,40 euro. La Bp Puglia e Basilicata e la Popolare Pugliese ha registrato un decremento del valore delle azioni del 70- 75% rispetto al prezzo più alto di acquisto. Al danno del decremento del valore delle azioni si è aggiunta anche l’ impossibilità di liquidarle, a venderle cioè, e quindi a trasformarle in denaro contante”, prosegue.
Molti risparmiatori si sono rivolti all’Acf, un tribunale gestito da Consob. Le popolari nonostante abbiamo perso innumerevoli cause non sono tenute però a risarcire il risparmiatore, ma da regolamento, la sanzione prevista è soltanto quella della pubblicazione sulla pagina principale del sito internet della banca di un avviso di mancato rispetto delle decisioni dell’arbitro Consob. “Per i risparmiatori”, spiega l’avvocato, “non c è altro che la strada della giustizia individuale che ovviamente ha tempi e costi importanti”.
Cosa deve fare quindi un consumatore ora? “Innanzitutto – dice Melpignano – deve rendersi parte diligente e attiva, facendo due cose fondamentali per far vale i propri diritti. La prima è interrompere subito la prescrizione (ciò si può ottenere con una pec o con una raccomandata con ricevuta di ritorno) .E questo impedisce che il nostro diritto muoia per il decorso del tempo. Perché molti purtroppo stanno alla finestra a guardare, sperando che il problema si risolva da solo. L’altro è quello di richiedere alla banca tutta la documentazione relativa agli investimenti che sono stati posti in essere. E ricordiamoci che sono gli ultimi dieci anni per far valere i nostri diritti”.