La Polizia è alla ricerca dei responsabili che nella serata di ieri hanno vandalizzato il locale di via Siponto, a Japigia. Nel corso della mattinata sono state visionate le telecamere, secondo una prima ricostruzione si tratterebbe di minorenni, tra questi ci sono anche ragazze. In corso le indagini per risalire alle loro identità.
Questi ultimi hanno esploso alcuni petardi all’interno e poi dato fuoco ad alcune carte già presenti nel locale. La struttura al momento del fatto era stata già vandalizzata giorni precedenti, sia per quanto riguarda i danni a vetrate e infissi che alle scritte sui muri interni Il locale è situato nel nuovo giardino realizzato nella via, all’interno del quale è stato realizzato un piccolo edificio da adibire a bar con il compito, tra gli altri, di gestire l’area giochi. I vandali però lo hanno devastato imbrattando i muri, distruggendo porte, ma anche bagni, impianti e non solo.
Gli atti vandalici non sono passati inosservati e hanno portato il primo cittadino, già nella serata di ieri, a recarsi sul luogo per constatare quanto accaduto. Lo stesso, rivolgendosi ai vandali senza nascondere la rabbia, mentre mostrava (nel corso di una diretta sui social), i danni effettuati, ha detto loro “Abbiamo montato le telecamere, vi troveremo”. Adesso, oltre a cercare i responsabili, si dovrà provedere a ripristinare il locale per offrire quanto prima, ai residenti, soprattutto ai più piccoli, lo spazio che gli era stato promesso.
In risposta alle durissime parole del sindaco ci sono quelle di Matteo Magnisi, attivista del quartiere. “L’incendio ai locali del nascente parco di via Siponto rappresenta la preoccupante escalation dell’arroganza malavitosa del quartiere Japigia – ha detto Magnisi – attribuire a ragazzi o ragazzini la paternità del terribile gesto rappresenta altresì una sottovalutazione del fatto, dal momento che ai piccoli verrebbe lasciato il lavoro sporco che ne i capi criminali ne i loro luogotenenti ne la manovalanza adulta sembrerebbe non più disponibile, vestendo nuovi abiti di apparente rispettabilità sociale, ad esporsi in un fenomeno non nuovo nella storia della città di Bari che attiene alle estorsioni a danno delle attività commerciali dei privati che nella fattispecie dell’incendio di Via Siponto colpirebbero il privato nella esecuzione di un appalto pubblico” – ha sottolineato.
“Fatti analoghi seppur in forma diversa – ha aggiunto – ci sono stati consegnati dalla cronaca in merito a minacce ed estorsioni nei confronti di imprese esecutrice di opere di edilizia pubblica sul piano delle forniture imposte dalla criminalità. Disarmanti e molto preoccupanti sono le dichiarazioni rilasciate a caldo dal sindaco Decaro che nello scoramento, nella rabbia e nel coraggio, addita i criminali storici di Japigia svelando un fatto terrificante e inedito: e cioè che l’impresa aggiudicataria dei lavori del giardino avrebbe già confidato e motivato i ritardi di anni (oltre 5) nella esecuzione e nella consegna delle opere di via Siponto per i possibili danni ai manufatti, circostanza questa finora ignota alla città e chissà forse anche alla Procura di Bari. L’episodio di via Siponto ha in sé il concentrato di tutte le distorsioni e le arroganze che la città è costretta a subire da parte della criminalità organizzata, nel silenzio e nella paura, di ogni genere di sopruso che potrebbe trovare un più vasto coinvolgimento di fasce di età sempre più basse che crescono e si nutrono purtroppo di modelli famigliari malavitosi, magari forse anche desiderose di differenti attrattive di vita” – ha specificato ancora.
“A fare il paio – ha detto infine – certamente non giova il silenzio dei cittadini che vedono e non parlano abituati a un omertà consolidata in città che mette in risalto non soltanto la scarsa propensione educativa alla denuncia e alla difesa del bene comune ma anche e soprattutto la paura e la diffidenza nei confronti delle Istituzioni per la tutela personale” – ha concluso.