Dopo tre settimane dalla ripartenza delle lezioni scolastiche in Puglia, solo il 13,6% delle classi è in didattica a distanza (per via delle quarantene), mentre il 18,9% in did e il restante 84,5% in presenza. E’ quanto emerso dai dati del monitoraggio sull’andamento pandemico in ambito scolastico relativi al periodo 17-22 gennaio, online a partire da oggi sul sito del Ministero dell’Istruzione.
“Riuscire ad ottenere questi risultati e poter vantare queste percentuali nonostante i protocolli impossibili è un successo per la comunità scolastica pugliese – ha commentato Terry Marinuzzi, del coordinamento Scuole diffuse in Puglia che si è più volte schierato a favore del ritorno alla normalità e dunque alle lezioni in presenza. “Il merito – ha proseguito – va ai dirigenti scolastici che si sono mostrati strenui difensori del ritorno a scuola, nonostante le difficoltà e la confusione dettata dalle contraddizioni che si sono susseguite nel corso del tempo” – ha specificato.
Dopo due anni di pandemia, secondo Marinuzzi, sono chiare due cose: in primis che la scuola è un luogo sicuro per bambini e ragazzi “soprattutto – ha sottolineato – grazie ai protocolli rigidi assunti che hanno permesso di osservare le norme di sicurezza per la prevenzione del contagio”. Atro punto chiaro è che i protocolli di riapertura, soprattutto per la primaria, “erano estremamente folli” e vanno riviste le linee guida “affinché bambini e ragazzi possano tornare definitivamente alla normalità senza subire ulteriori conseguenze”.
“Se ne parla poco – ha sottolineato – ma negli ultimi tre mesi ci sono zero morti per Covid-19 nella fascia 0-20 anni, mentre il dato delle morti per suicidio aumentano. Numeri allarmanti che devono preoccuparci e allo stesso tempo devono incoraggiare a non fare dietro front sulla didattica in presenza. Ci sono moltissime famiglie che hanno vissuto momenti di seria difficoltà, con figli che hanno tutt’ora problematiche di diverse tipologie, tra queste problemi alimentari, ma anche con la scuola. In tanti hanno abbandonato. Non possiamo permettere che accada ulteriormente” – ha specificato ricordando poi i protocolli di riapertura previsti.
“Soprattutto per la primaria erano estremamente folli e hanno stressato l’iter burocratico – ha proseguito – con un solo positivo in classe si scatena una psicosi generalizzata con la conseguente corsa al tampone, una pratica invasiva, soprattutto per i piccoli. Negli altri Paesi hanno dato l’ok per il tampone salivare, qui in Italia ancora non è previsto perché considerato meno sicuro. Tanti genitori erano disperati, con bambini impauriti e traumatizzati. Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia invece, con un solo caso tutti in quarantena. All’inizio veniva conteggiato anche il personale scolastico. Fortunatamente la scuola si è confermata come luogo in cui il contagio è controllabile, stringendo i denti stiamo iniziando ad arrivare anche in un momento in cui i contagi iniziano a flettere. Essere arrivati indenni a 3 settimane è un grande risultato, ma come coordinamento riteniamo che i protocolli debbano essere comunque rivisti” – ha specificato.
Obiettivo, non stressare ulteriormente il comparto scuola riducendo al minimo la possibilità di far tornare i bambini a seguire le lezioni da casa. “In troppi hanno subito conseguenze devastanti – ha aggiunto – ormai la variante Omicron è dominante, da più parti si legge che la pandemia potrebbe diventare endemica pertanto, secondo noi, bisogna considerare la quarantena e la dad solo per bambini che sviluppando sintomi e sono positivi al tampone, senza nessuna discriminazione tra vaccinati e non. C’è stata una divisione stringente che ha reso difficile l’organizzazione, oltre che la stessa serenità delle famiglie e ha portato ad avere grande sfiducia nelle istituzioni” – ha aggiunto.
In Puglia, nello specifico, per un totale di 551.263 alunni hanno partecipato alla rilevazione 480.051, 88,1% rispetto al totale. Per un totale did 27.978. classi sono 24.373 quelle che hanno partecipato alla rilevazione (l’87,1% rispetto al totale delle classi). In presenza ci sono 21.068 classi di cui in ddi 4.612. Le classi in dad e le sezioni in quarantena sono 3.305. “La dad non è facile – ha detto infine – non lo è né per i bambini, né per i genitori. Per molti non scatta subito lo smart working. Ci sono famiglie in ginocchio, dobbiamo tutelare la didattica in presenza e renderci conto del fatto che quella deve essere la normalità. Al Governo chiediamo anche di eliminare il green pass sotto i 18 anni e la possibilità di scegliere la vaccinazione libera senza il ricatto del green pass, per non gravare ulteriormente sulla scelta delle famiglie che hanno il diritto di valutare con le proprie tempistiche il da farsi. E’ capitato che alcune studentesse da poco vaccinate per il Papilloma virus, sotto consiglio del pediatra, non abbiano potuto effettuare nell’immediato la vaccinazione per il Covid, vivendo non pochi disagi. La scuola deve essere un diritto garantito a tutti” – ha concluso.
I dati, in Italia, confermano ad oggi che oltre l’80% delle studentesse e degli studenti, anche nella seconda settimana dopo il rientro dalla pausa festiva, ha frequentato la scuola in presenza. “Un dato – ha commentato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi – che rispecchia il quadro nazionale dell’andamento pandemico e dimostra la bontà delle scelte fatte. Continueremo a monitorare la situazione, insieme alle autorità sanitarie nazionali e al Ministero della Salute, per garantire a tutti la massima sicurezza. Al contempo, stiamo lavorando a ulteriori semplificazioni che possano aiutare scuole e famiglie ad affrontare con la massima serenità e rapidità possibile la gestione dei casi di positività in ambito scolastico” – ha concluso.
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