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Bari, l’abbandono e l’amore negato: i prossimi appuntamenti al Kismet

Pubblicato da: redazione | Mer, 26 Gennaio 2022 - 18:36

Dalla conversazione con una delle più grandi intellettuali ‘di rottura’ del Novecento a un racconto intimo e potente sull’abbandono e l’amore negato. Per la Stagione teatrale, 2021.22 a cura di Teresa Ludovico, sono in programma dal 27 al 30 gennaio al Teatro Kismet di Bari due appuntamenti simbolo di una drammaturgia che sa far riflettere ed emozionare.

Gli appuntamenti – Giovedì 27 gennaio alle 21 all’Opificio delle arti barese è in programma La Pescatrice di Perle, dopo il debutto dello scorso 9 gennaio al Teatro Comunale di Ruvo di Puglia per lo spettacolo scritto e diretto da Valeria Simone, interpretato da Marianna De Pinto con le scene e il disegno luci firmato da Michelangelo Campanale, già vincitore del premio della Stampa al Roma Fringe Festival 2021. Marianna De Pinto diretta da Valeria Simone porta in scena una riflessione sul collasso dell’etica partendo dall’esperienza di apolide e rifugiata della filosofa Hannah Arendt, una produzione della Compagnia Acasâ sostenuta dal TRAC_Centro di residenza pugliese. La pescatrice di perle è colei che raccoglie i tesori del pensiero e della tradizione che erano andati perduti ed è in grado di renderli attuali, di utilizzarli, talvolta, per raccontare il mondo e o per interpretare, spiegare, i momenti bui del tempo presente. Questo voleva fare Hannah Arendt ed è così che definiva il suo lavoro intellettuale e il suo essere al mondo: il pescare perle dagli abissi del mare riconoscendone il valore incommensurabile. Costretta alla migrazione e ad essere un’apolide in quanto ebrea e perseguitata dalle leggi razziali, la Arendt fu costretta a lasciare il suo paese e la sua ‘lingua madre’, per andare prima in Francia e poi negli Stati Uniti.

Sabato 29 gennaio alle ore 21 e domenica 30 gennaio alle ore 18 è la volta de L’Oreste, una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato. Su come la vita spesso non faccia sconti e sia impietosa. E su come, a volte, sia più difficile andare da Imola a Lucca che da Imola sulla Luna. Uno spettacolo originalissimo, di struggente poesia e forza, in cui fluiscono momenti drammatici e altri teneramente comici. Con un’animazione grafica di straordinaria potenza, visiva e drammaturgica, Claudio Casadio dà vita e voce a un personaggio indimenticabile, affrontando con grande sensibilità attoriale il tema importante e delicato della malattia mentale. A prima vista ‘L’Oreste’ può sembrare un monologo, dato che in scena c’è un solo attore in carne e ossa. Ma quel che attende lo spettatore è ben altro: grazie alla mano di Andrea Bruno, uno dei migliori illustratori italiani, e alla collaborazione con il Festival Lucca Comics lo spettacolo funziona con l’interazione continua tra teatro e fumetto animato: l’Oreste riceve costantemente visita dai suoi fantasmi, dalle visioni dei mondi disperati che coltiva dentro di sé, oltre che da medici e infermieri. I sogni dell’Oreste, i suoi incubi, i suoi desideri e gli errori di una vita tutta sbagliata trasformano la scenografia e il teatro drammatico classico in un caleidoscopio di presenze che solo le tecniche del “Graphic Novel Theater” rendono realizzabile: un impossibile viaggio tra Imola e la Luna attraverso la tenerezza disperata di un uomo abbandonato da bambino, e che non si è più ritrovato.

 

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