“Quanto posto in essere dal Governo per arginare l’aumento delle bollette di luce e gas è davvero poca cosa. Gli aumenti, infatti, saranno un onere davvero insostenibile per le famiglie che ricadrà anche sulla produzione e, conseguentemente, sui prodotti di largo consumo”. E’ quanto dichiarato da Roberto Tascini, presidente dell’Adoc, associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori.
“In Italia si registra la più elevata fiscalità applicata sulle bollette, rispetto agli altri Paesi europei – ha dichiarato Tascini – e nonostante abbia ratificato il Protocollo di Kyoto e aderito all’Accordo di Parigi, il nostro Paese ha seguito un percorso inverso rispetto agli impegni presi. Ovvero: dal 1990 ad oggi ha incrementato del 3% i consumi energetici, mentre in Europa si è avuta una diminuzione del 10%. Allora mentre si studiano pacchetti contro l’aumento delle bollette, le famiglie vanno in sofferenza”.
Proprio nell’ultimo trimestre, in cui si concentra il maggior numero di consumi nelle famiglie tra elettricità e gas, e malgrado il Governo abbia stanziato 3,8 miliardi per calmierare il caro-bollette, “l’aumento dei costi di materia prima (elettricità 55% e gas 42%) è rilevante” – ha sottolineato ancora. Proprio per questa ragione, l’Adoc ha avanzato alcune richieste utili per contrastare l’aumento delle bollette a danno degli utenti.
Tra questi, fare in modo che i costi relativi agli oneri generali di sistema siano spostati dalle bollette alla fiscalità generale, che si alzi il limite ISEE per allargare la fascia delle famiglie che possono accedere allo sconto in bolletta, che venga applicata ad energia elettrica e gas l’aliquota IVA al 4% che hanno i beni e i servizi di prima necessità, ma non solo. Anche che si dia un impulso effettivo alla creazione delle comunità energetiche e che si avvii una campagna diffusa per il contenimento dei consumi energetici.
Infine, l’Adoc esorta il Governo a fare di più guardando anche alle soluzioni adottate in Francia o Spagna, dove – conclude il presidente – “gli operatori sono stati obbligati a far scattare gli aumenti fino a un certo livello di reddito quindi, intervenendo sugli extraprofitti che le grandi compagnie hanno accumulato, per ridistribuire i proventi”.
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