Continuano le polemiche relative alla chiusura della scuola elementare Carlo del Prete. Negli scorsi giorni, a causa di due casi Covid la mensa della De Amicis (luogo che ospita gli alunni dell’ormai ex scuola) è stata temporaneamente sospesa.
Il caso, che vede ora 40 bambini (con scuola annessa) alle prese con il protocollo anti Covid, attivo fino a quando i casi si saranno tutti negativizzati, ha provocato nuovamente proteste da parte del Comitato “Salviamo la Carlo del Prete” che aveva più volte chiesto la riapertura della scuola non solo per la valenza storica e simbolica della stessa, ma anche per l’eventualità di casistiche di questo genere, che con una pandemia in corso, sarebbero state facilmente gestibili in due plessi differenti, dunque con meno bambini.
“Dichiarandoci contrari alla chiusura della scuola Del Prete – scrivono in un comunicato – aggiungevamo che tale operazione, negando uno spazio che poteva essere utile per evitare il sovraffollamento che affligge tanti istituti della città, presenta molti rischi in piena crisi pandemica, ma non siamo stati ascoltati” – hanno sottolineato ricordando che “si è continuato a spostare le classi della Del Prete in un’altra scuola, nella quale si sono trovate a condividere i servizi e la sala mensa, invece che fruire dei locali dedicati per ogni singola classe, come avveniva nel plesso Del Prete”.
“Oggi – proseguono – il servizio mensa è sospeso per la presenza di bambini positivi al Covid. Apprendiamo in questi giorni che le scuole pugliesi hanno investito poco più della metà dei fondi a disposizione per lo sdoppiamento delle classi e l’eliminazione del sovraffollamento, con l’assunzione di personale. Ciò per mancanza di spazi disponibili. Siamo doppiamente indignati: si chiudono scuole e non si spendono le risorse, adducendo la motivazione della mancanza di sedi” – hanno detto ancora sottolineando quanto sia paradigmatica la vicenda della Carlo del Prete.
“Quell’edificio è ora deserto e abbandonato, una perdita enorme per il quartiere, per la città. Qualcuno dovrebbe rispondere di questo. Ancora una volta sono i più piccoli a pagare un prezzo pesantissimo alla pandemia, all’assenza di risposte e alle gravi omissioni da parte delle istituzioni che devono garantire il diritto all’istruzione. Il diritto fondamentale di avere una scuola aperta, sicura, accogliente. Oggi negata.” – hanno concluso.
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